E' morto il Divo Giulio Andreotti
E’ morto il Divo Giulio Andreotti.
Il regista Paolo Sorrentino, nel suo film del 2008,è così che soprannomina il senatore Giulio Andreotti: il Divo. Ed, in effetti, non ha tutti i torti, il senatore è infatti riconosciuto come il protagonista indiscusso della vita politica italiana della seconda metà del XX secolo.
Nato nel 1919, il Divo è stato l’uomo politico più discusso del nostro tempo, prima, chiaramente, che S. Berlusconi prendesse il suo posto. E’ stato per ben sette volte Presidente del Consiglio e la sua “pima volta” è stata la più breve della Repubblica, durando solo nove giorni.
I suoi primi nemici: la procura di Palermo e di Perugia. I magistrati umbri lo accusarono di essere il mandante dell’omicidio del giornalista Carmine Pecorelli, il quale si occupava d’indagine politica e sociale e che venne assassinato non molto lontano dalla redazione dove lavorava, il Divo Giulio venne poi assolto “per non aver commesso il fatto“.
Ma la veria bestia nera del senatore è stata la mafia. Secondo i magistrati Andreotti avrebbe favorito l’organizzazione criminale nel controllo degli appalti in Sicilia. Alcuni pentiti dichiarano addirittura di aver visto il senatore stringere la mano e baciare Totà Riina in segno, dunque, di stima reciproca. Ma, circa la questione degli appalti, Andreotti viene ancora una volta assolto “perchè il fatto non sussiste”.
Pare proprio che il connubio Stato- Mafia abbia da sempre caratterizzato, e continua a caratterizzare, le nostre democrazie. Forse è propria lo Stato la vera organizzazione criminale.
Andreotti si spegne a 94 anni in un momento in cui non si pensa più ai compromessi storici ma solo ai compromessi.
“Spero di morire il più tardi possibile. Ma se dovessi morire tra un minuto so che nell’aldilà non sarei chiamato a rispondere né di Pecorelli della mafia. Di altre cose sì. Ma su questo ho le carte in regola” Giulio Andreotti.