Cronaca

Boldrini: "Spot che usano le donne alimentano la violenza"

Il corpo di una donna nuda e in posizione fetale che riproduce una bocca pubblicizza uno yogurt. Una cameriera sale su una scala per tinteggiare un cancello indossando una gonna cortissima. Una donna sdraiata sul letto, esamine, con accanto un uomo e lo slogan “Cancella tutte le tracce”.

Boldrini:"spot che usano le donne alimentano la violenza"

Sono alcuni esempi di pubblicità che utilizzano il corpo della donna per vendere qualunque tipo di prodotto: dal dentifricio allo strofinaccio, dal profumo a un tipo di colla, ogni articolo per essere venduto deve utilizzare una donna come testimonial pubblicitario.

Il messaggio non è sempre edificante. A sottolineare il problema è stata il presidente della Camera, Laura Boldrini che ha espresso il proprio rammarico nel vedere il corpo della donna utilizzato come oggetto in molti spot pubblicitari. “In Italia le multinazionali fanno pubblicità usando il corpo delle donne, mentre in Europa le stesse pubblicità sono diverse. Dall’oggettivazione alla violenza il passo è breve. Serve più civiltà ponendo delle regole. Basta all’oggettivazione dei corpi delle donne perché passa il messaggio che con un oggetto puoi farci quello che vuoi”, ha dichiarato Laura Boldrini, durante un incontro pubblico a Venezia. Il presidente ha invocato dei limiti imposti per legge all’uso del corpo femminile.

Una necessità sottolineata anche dalla diffusione dei dati sulla disoccupazione che vedono nella donna un soggetto debole: “In Italia solo il 47 per cento delle donne lavora – ha detto la Boldrini – una delle percentuali più basse d’Europa. Se una donna non lavora, in caso di violenza, non ha autonomia. Per arrivare a proteggerle va rilanciata l’occupazione femminile”.

Il messaggio di Laura Boldrini arriva dopo un episodio che ha l’ha vista oggetto di insulti sul web. “Un fenomeno spesso sottovalutato”, ha spiegato la Boldrini e ha lanciato l’idea di una regolamentazione del web non intesa come forma di controllo e censura ma come bisogno di sensibilizzare il pubblico a questo problema.

Laura Boldrini si è complimentata, inoltre, per l’iniziativa del ministro per le Pari Opportunità, Josefa Idem, di avviare una task force contro il femminicidio: “Penso che sia una misura che dovrebbe essere messa in atto il prima possibile – ha detto – perché la situazione in Italia, purtroppo da questo punto di vista, è grave. Troppe donne sono oggetto di violenza ad ogni livello, una violenza che si estende dalle famiglie e che arriva anche al web. È importante porre attenzione a questo odiosissimo fenomeno e cercare di dare risposte adeguate”.

“Il femminicidio è un fenomeno inaccettabile”, ha detto Idem ai microfoni del Tg3. “Perciò intendiamo costituire un osservatorio nazionale che studi la violenza di genere per capire meglio che fenomeno dobbiamo combattere”. Una task force che vede in prima linea tre ministeri: Pari Opportunità, Giustizia e Interni. Insieme, in difesa del sesso femminile.

Così, quella di Josefa, si prospetta un’entrata in scena carica d’energia. Con una carrellata di misure eccezionali. Un pugno di ferro considerato necessario dopo l’escalation di violenze. Sono tre gli omicidi in sole 24 ore: il primo, il 2 maggio scorso, della dicianovenne Ilaria Leone uccisa a Livorno dopo un tentativo di stupro; poi Alessandra Iacullo, trovata in un lago di sangue tra Ostia e Acilia sul litorale romano; e Chiara Di Vita, 27 anni.

Per questo è nata la campagna di raccolte di firme sul sito “Ferite a morte”, per chiedere gli Stati generali contro la violenza e un intervento immediato del governo sul tema. Alla campagna hanno aderito da Adriano Celentano e Luciana Littizzetto, Claudia Mori, Paolo Sorrentino. L’attrice Lella Costa propone lo sciopero delle donne: “Cosa accadrebbe se per 24 ore le donne non facessero tutto ciò che fanno abitualmente in casa, al lavoro, in famiglia. Un paese paralizzato, ecco cosa accadrebbe”.

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