Cronaca

Dina Dore muore davanti alla figlia nel garage di casa

dina doreIl 26 marzo del 2008 il corpo senza vita di una donna, Dina Dore, 37 anni, venne ritrovato nel bagagliaio della sua Fiat Punto rossa. Nonostante siano trascorsi cinque anni da quel triste ritrovamento, le forze dell’ordine hanno continuato ad indagare silenziosamente su quelle persone che ritenevano essere gli autori del crimine. Dina, aveva una figlia di soli 8 mesi, che il giorno della morte della madre si trovava con lei in quel garage maledetto.

La vittima,il 26 marzo 2008, di rientro da casa della madre, si dirige verso la sua abitazione, a Gavoi (Nuoro), e parcheggia la sua auto nel garage di casa. Alle 20:30 circa il marito, Francesco Rocca, rientra a casa da lavoro e trova l’auto con le portiere spalancate e vede sua figlia dormire in auto.  Il corpo della donna, il cadavere di Dina, viene ritrovato dopo 5 ore, ovvero alle 2:15. L’autopsia chiarirà che la donna fu colpita con una bastonata alla testa, ma che ad ucciderla fu il nastro adesivo con cui l’assassino l’aveva imbavagliata prima di trascinarla nel bagagliaio dell’auto.

Il delitto di Dina è stato per lungo tempo rinchiuso nel silenzio fino a quando, nell’ottobre del 2012,gli inquirenti tornano a Gavoi nella convinzione che si sia trattato di un delitto su commissione e che, ad ordinare quest’atroce assassinio, fosse stato  proprio il marito di Dina, Francesco Rocca. Quest’ultimo è oggi indagato, insieme al presunto autore materiale del delitto, Pierpaolo Contu che, all’epoca dei fatti era minorenne. Rocca, secondo i magistrati, avrebbe offerto a Contu una casa oppure 250 mila euro.

Dal carcere di Buoncammino, a Cagliari, Rocca proclama la sua innocenza, mentre ad incastrarlo sarebbero le dichiarazioni che lo stesso Contu avrebbe rilasciato ad un conoscente subito dopo l’omicidio, confessando di essere l’autore materiale di un delitto commissionato da Francesco Rocca.

Dopo anni di attesa, dunque,  è necessario che  gli autori, materiali e morali, del delitto vengano al più presto consegnati alla giustizia.

Solo così si darà davvero pace a Dina.

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