Cronaca

Medicine non convenzionali: che cos’è l’ Omeopatia

Seconda parte. Medicine non convenzionali: che cos’è l’Omeopatia -prima parte-

La tossicità delle sostanze velenose e farmacologicamente attive sperimentate da Hahnemann, diminuiva effettivamente con l’aumentare della diluizione delle sostanze stesse. Ponderandone le dosi il medico tedesco poteva osservare l’aumento dell’azione terapeutica, a discapito del potere tossico. Questo trattamento, però, non sembrava sufficiente all’ottenimento dei risultati sperati: per provocare la reazione curativa finale era necessario aggiungere al processo di diluizione la cosiddetta succussione, ovvero lo scuotimento della sostanza in esame. In questo modo Hahnemann poteva osservare la dispersione di una parte di essa, che liberava un potere energetico capace di provocare dei sintomi contrari a quelli causati della materia allo stato puro.

La dinamizzazione è l’insieme di questi processi necessari per aumentare la capacità curativa di una medicina omeopatica.

Medicine non convenzionali: che cos’è l’Omeopatia

Come si preparano i medicinali omeopatici?

Un farmaco omeopatico nasce dall’unione di un principio attivo e di uno inerte.

Le direttive necessarie per la preparazione dei medicinali omeopatici sono contenute nella Farmacopea Omeopatica, il testo ufficiale dal quale si attinge per trovare tutte le indicazioni basilari per l’uso e l’elaborazione dei componenti di cui sono composte le medicine omeopatiche.

Ad esempio, se si volesse creare un farmaco curativo partendo da una materia prima vegetale, nel testo in questione vengono indicate quali parti della pianta bisogna utilizzare – fiori, radici o foglie – e in quali specifiche quantità, nonché con quali tecniche è necessario trattarle. Stesso discorso vale per le sostanze di origine animale, minerale o di sintesi.

Come avviene la diluizione omeopatica?

Le materie prime possono essere solubili o insolubili. A seconda di questa caratteristica viene loro affiancato il supporto inerte adeguato per la lavorazione: acqua, lattosio o alcool.

Per quanto riguarda le forme solubili, solitamente vegetali, si inizia con la triturazione della sostanza scelta, che si lascia poi macerare in acqua o alcool – solitamente al 70% – per un tempo prestabilito.  La sostanza viene poi filtrata e spremuta per ricavarne la ricca Tintura Madre, grazie alla quale vengono liberati principi attivi e oli essenziali. Per quanto riguarda le sostanze solubili, solitamente di origine minerale o animale, il veicolo inerte utilizzato come diluente è il lattosio, che viene miscelato e aggiunto pian piano al materiale omeopatico triturato in parte, fino al raggiungimento di un determinato grado di solubilità.

Dunque prima di procedere alla diluizione e succussione, è necessario elaborare il ceppo omeopatico di una sostanza curativa, ovvero la forma di partenza del farmaco terapeutico, utilizzandone le materie prime, per poi procedere alle successive trasformazioni. L’obiettivo di tali trasformazioni è l’eliminazione di qualsiasi effetto tossico del farmaco, valorizzandone il più possibile gli effetti benefici.

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