Iran: riforma del codice penale. Stop alla lapidazione
Nonostante la riforma del codice penale in materia di lapidazione e di pena di morte per i minori che abbiano commesso reati, in Iran è ancora presto per poter parlare di una vera e propria svolta e di un netto cambiamento.
Sarebbe avventato parlare di una vera e propria “svolta”, ma sicuramente in Iran qualcosa sta cambiando. Ci sono voluti anni di discussioni all’interno dell’ establishment politico e religioso, ma lo scorso febbraio il Consiglio dei Guardiani, organo che ha il compito di verificare che le leggi non contraddicano la legge islamica, e che quindi ha il compito di esaminare gli atti del Parlamento prima che essi entrino in vigore, ha approvato la riforma del codice penale. Secondo quanto scritto anche dal sito iraniano di stampo conservatore “Khabaronline”, il testo della riforma contiene diverse innovazioni tra le quali l’eliminazione della lapidazione e la limitazione delle possibilità di condanna a morte per i minori colpevoli di omicidio o che abbiano commesso altri reati.
L’esecuzione infatti è un concetto legale specifico che in Iran si dice “retribuzione per l’anima”, e viene inflitta come punizione per reati di omicidio, omosessualità, adulterio e altri reati dannosi per il paese. Per quanto riguarda la specifica pratica della lapidazione, ecco alcuni estratti del codice penale: Articolo 102 “La lapidazione è il castigo riservato all’adulterio. L’uomo e la donna adulteri sono seppelliti in un buco riempito di sabbia, il primo fino alla taglia, la seconda fino al di sotto dei seni, e sono lapidati così”; Articolo 104 “Le pietre utilizzate non dovranno essere troppo grosse per infliggere la morte con uno o due colpi, non devono essere così piccole che non si possa dar loro il nome di pietra”. La taglia media è scelta generalmente per far espiare l’errore con la sofferenza. La legge però non è uguale per entrambi i sessi, infatti un marito che sorprende in flagranza la sua donna con un altro uomo, può uccidere la coppia senza incorrere in procedimenti legali, mentre alla donna non è riconosciuto lo stesso diritto se si viene a trovare nella medesima situazione.
La pena della lapidazione, già da diversi anni non più eseguita secondo il “Khabaronline”, è stata cancellata dal codice penale, probabilmente anche per la continua pressione e mobilitazione internazionale che si è scatenata negli ultimi casi di condanna, come quello di Sakineh Mohammadi Ashtani nel 2006, condannata alla pena della lapidazione perché accusata du adulterio e di essere coinvolta nell’assassinio del marito. Questa terribile pena però, non è stata del tutto eliminata, ma piuttosto messa sotto silenzio e sostituita con una esecuzione, l‘impiccagione, pratica molto usata in Iran per eseguire le condanne a morte.
Per quanto riguarda l’altra modifica al codice penale, essa comporta l’eliminazione della pena di morte per i minori colpevoli di omicidio e di altri reati. Secondo la legge, le bambine erano considerate punibili dall’età di 9 anni, mentre i bambini dall’età di 15 anni. Oltre all’abolizione di tale pena, che prima della riforma veniva eseguita dopo il compimento dei 18 anni, a meno che il colpevole non venisse perdonato dalla parte offesa, viene modificata anche la norma sul “diya” cioè sul “prezzo del sangue” che è la somma di denaro che viene pagata alla famiglia della vittima, subordinata all’accettazione da parte della parte lesa del risarcimento pecuniario del danno.
Drewery Dyke, esperto iraniano di Amnesty International, dichiara però che non sarebbe corretto parlare di netto cambiamento poiché la riforma non è così chiara come sembra e il sistema legale iraniano ha molti cavilli.