Nuovo allarme terroristico per l'Europa
E’ giunta notizia dall’unità anti-terrorismo dell’Unione Europea che circa 500 cittadini europei per lo più francesi, irlandesi e britannici si sono uniti al fianco dei ribelli siriani impegnati nella guerra al regime militare di Damasco.
La notizia è stata data alla Bbc dal capo dell’antiterrorismo Gilles de Kerchove, secondo il quale questi volontari potrebbero essere “formati” dai jihidisti come cellule terroristiche col rischio di attentati in Europa al loro ritorno dal fronte siriano. Intanto oggi è avvenuto il rilascio, dalle forze siriane, dei due vescovi ortodossi rapiti ieri nel nord del Paese. E’ quanto riferito dal sito di informazione del vaticano Zenit.org. Pur non citando nessuna fonte informativa il sito dichiara che la riuscita del rilascio è dovuta all’intensa mediazione della Chiesa Russa Ortodossa, dal ministro degli esteri greco e dal rappresentante speciale per le Nazioni Unite Brahimi.
In questo drammatico e concitato susseguirsi di notizie che provengono dalla martoriata Siria si registra un fatto assolutamente positivo: gli abitanti di Kaframbel, diventati noti per gli striscioni multilingue e i disegni dissacratori rivolti contro il regime di Bashar Al-Assad, hanno solidarizzato con la città di Boston colpita recentemente dall’attentato dei due fratelli ceceni che ha mietuto vittime durante la storica maratona.
Le parole di solidarietà: “Le bombe di Boston rappresentano una scena dolorosa di quello che accade tutti i giorni in Siria. Accettate le nostre condoglianze” sono state scritte su uno striscione, fotografate e successivamente postate su Facebook facendo così il giro del mondo.
Questo inaspettato gesto di solidarietà apre i nostri cuori ad una nuova speranza: un popolo impegnato in un duro conflitto interno, con tutte le difficoltà ed i problemi che deve affrontare e dimostra come il senso di umanità espresso da questi giovani siriani vada oltre i confini di una guerra interna e che c’è ancora spazio per credere che esista qualcosa di buono. Forse questo gesto generoso non sarebbe stato riconosciuto se non per merito di un foto reporter, ma Facebook, ancora una volta, ha bruciato i tempi dell’informazione e alcuni ragazzi di Boston hanno espresso immediatamente il loro ringraziamento a questi ragazzi tanto lontani da loro