Politica

Il fallimento del Pd. Riflessioni di una nostalgica di sinistra.

Il centrosinistra è a pezzi.  Il Pd, la “grande” coalizione che dovrebbe rappresentare metà del Paese, si è mostrata ancora una volta per quello che è da tanti, troppi anni: divisa e frastagliata. I tasselli di cui è composta non riescono a creare un puzzle che la renda compatta ed affidabile, confermando l’incertezza politica che stiamo vivendo in questi mesi e facendo apparire invincibile un Pdl fino a un anno fa  in declino.

Il fallimento del Pd. Riflessioni di una nostalgica di sinistra.

Personalmente non amo il Pd, non mi piace Bersani e provo una particolare antipatia verso D’Alema e Renzi, ma l’idea di riconsegnare l’Italia a Berlusconi mi fa un effetto di gran lunga peggiore…

Lo ammetto, non faccio parte di coloro che rispettano a priori il voto di tutti. Non sarò democratica e me ne dispiaccio, però non sono un’ ipocrita e affermo con convinzione di non riuscire a comprendere i motivi che portano tanti elettori a scagionare un personaggio come Berlusconi, dalle discutibili amicizie, indagato e sommerso da processi, uscito sempre illeso grazie a leggi ad-personam.

Niente… Ci penso e ci ripenso, ma non riesco proprio a trovare una spiegazioni sensata!

Comunque siamo arrivati alla resa dei conti: Bersani si dimette. Non so se dire “finalmente” o “porco boia!”, imitando lo smacchiatore di Maurizio Crozza.
Direte voi “Gli sta bene, non ne ha azzeccata una!”. Sono d’accordo, ma ci pensate che il Pd si sta sgretolando inesorabilmente?

Sono convinta del fatto che uno dei problemi della coalizione del centrosinistra sia proprio la parola “centro”. I democristiani hanno allontanato il partito dagli ideali che dovrebbero distinguerlo nettamente dalla destra, con la quale incontrarsi e scontrarsi  in modo costruttivo. La sinistra non può stare nel mezzo, non può essere prudente e aspettare. C’è un capo, Berlusconi e compatti i suoi seguaci. Dall’altra un’alternativa che alternativa non è . Possibile che le ideologie siano ormai secondarie agli interessi, partendo da un conflitto di interessi evitato in 20 anni, passando per assenze in aula quando si è votato contro scudo fiscale, fino a proporre Franco Marini come Presidente della Repubblica?

Quando ho saputo delle dimissioni della democristiana  Bindi devo ammettere di aver tirato un sospiro di sollievo, ma vorrei spezzare una lancia a suo favore: pur avendo frenato insieme a molti altri il progressismo di cui il Pd dovrebbe farsi portavoce, ha sempre mantenuto un certo decoro. Non ha mai strillato in aula, offeso, o indossato magliette ridicole in segno di protesta in Parlamento, come invece fa da anni Alessandra Mussolini.

Per quanto, era ora che cambiasse aria…

Grillo e i grillini? Tema scottante. Come tanti ho sostenuto con forza la possibilità di un cambiamento radicale all’interno della casta italiana, auspicando che cittadini onesti e incensurati potessero davvero “aprire come una scatola di tonno” il Parlamento. Ho apprezzato le modalità di questa nuova forza, la capacità di rivolgersi a tutti e di invitare alla partecipazione collettiva; ma l’arroganza non è sinonimo di concretezza. Oltre le critiche pesano i fatti, che dovrebbero essere accompagnati sempre da una buona dose di umiltà.

Spesso si rischia infatti di fare il gioco del nemico…

Chi ha risentito maggiormente dell’ “ondata di pulizia” grillina sono stati i politici di sinistra, Antonio Di Pietro primo fra tutti. Vorrei ricordare, a differenza di chi lo considera un ignorante da 4 soldi, che l’ex leader dell’ Idv è stato l’unico a fare vera opposizione a Berlusconi in questi anni, ribadendo di continuo la necessità di ridurre gli stipendi dei politici e criticando duramente Napolitano quando nel 2009 promulgò il decreto legge per contenere lo scudo fiscale. Certo, ha fatto non pochi errori – tipo circondarsi di personaggi come Scilipoti, De Gregorio, Razzi e così via – , ma non credo toccasse a lui andare via per primo.

Però è stato buttato fuori, mentre Scilipoti, Razzi e De Gregorio sono ancora in Parlamento, a gongolare tra le fila del Pdl.

La verità è che il popolo di sinistra non perdona il genere di errori commessi da un Di Pietro o da un Bersani. Chi sbaglia, solitamente paga.  Stessa cosa non funziona invece in casa Berlusconi: non a caso nel Pdl ci sono indagati e condannati anche in via definitiva – come Salvatore Sciascia- nonché inquisiti per mafia e corruzione. Attualmente sono 30 i deputati  “impresentabili” nel Pdl , contro gli 8 del Pd. Non che voglia giustificare questi 8 democratici, tutt’altro! Ma la differenza mi pare più che evidente…

E’ facile demolire un partito che accoglie voci plurime e dissonanti, di cui paga il prezzo da anni, come il Pd. Grillo si è tanto impegnato per distruggere “Gargamella” e il centrosinistra attuale – e di questo gli sono grata – ma perché accanirsi così tanto contro il male minore? Il rischio che i grillini non stanno considerando, è che alle prossime elezioni possa vincere ancora una volta Berlusconi. Un 100% al Movimento 5 stelle è  una prospettiva surreale, il popolo italiano è multisfaccettato e pronto a stupire sempre, nel bene e nel male.

Ad ogni modo chi risulta vincente dalle elezioni di quest’anno, dalle dimissioni di Bersani e dal Napolitano bis, è proprio Berlusconi.

In conclusione, sono la prima a dire che debba iniziare una rivoluzione, ma quella che intendo io si farebbe con le mani impegnate dai forconi. Mi piacerebbe però che il primo vero cambiamento partisse dalle ceneri della sinistra, da Marino, Vendola, Emiliano e tanti altri che di sinistra sono davvero. Non può essere considerato uno di questi D’Alema, che passeggia col suo cane accompagnato delle guardie del corpo, o la  Finocchiaro che fa la spesa con la scorta, tanto meno Letta o un democristiano come Renzi.

Gli elettori della sinistra storica urlano nelle strade e vogliono il cambiamento.  Sono giorni caldi…

Riprendiamoci la nostra storia. Proviamoci, almeno!

4 pensieri riguardo “Il fallimento del Pd. Riflessioni di una nostalgica di sinistra.

  • Non dobbiamo per forza imitare l’America, la Germania o l’Inghilterra per risultare credibili. Secondo il mio punto di vista la linea democristiana ha contribuito al fallimento del Pd proprio perchè lo ha allontanato dalle sue fondamenta. Certo non è stato l’unico motivo e non penso nemmeno che il responsabile della caduta del Pd sia Berlusconi. (Magari il fatto che il Pd lo abbia coperto il 20 anni, questo senza ombra di dubbio!) I motivi sono tanti, tra cui, specificata nell’articolo, l’incapacità del Pd di porsi come alternativa credibile. Riguardo Grillo e Berlusconi non capisco come tu possa preferire una persona tutt’ora indagata per corruzione, falso in bilancio, prostituzione minorile, concussione, per non parlare di associazione mafiosa e decine di altri reati, molti dei quali in prescrizione, estinti per indulto, amnistia e leggi ad personam! Grillo è un comico, il suo linguaggio è coerente con le sue “radici”, per quanto discutibile, ma di certo non è lui il problema di anti-democrazia stagnante in cui l’Italia versa! Anzi direi che è proprio l’ultimissimo dei problemi! Renzi? Lecito che possa piacere, ma per me non è un uomo di sinistra. E’ molto bravo come sindaco ma non lo vedo come capofila di un vero partito di sinistra risorto dalle proprie cenere.

  • Non dobbiamo per forza imitare l’America, la Germania o l’Inghilterra per risultare credibili. Secondo il mio punto di vista la linea democristiana ha contribuito al fallimento del Pd proprio perchè lo ha allontanato dalle sue fondamenta. Certo non è stato l’unico motivo e non penso nemmeno che il responsabile della caduta del Pd sia Berlusconi. (Magari il fatto che il Pd lo abbia coperto il 20 anni, questo senza ombra di dubbio!) I motivi sono tanti, tra cui, specificata nell’articolo, l’incapacità del Pd di porsi come alternativa credibile. Riguardo Grillo e Berlusconi non capisco come tu possa preferire una persona tutt’ora indagata per corruzione, falso in bilancio, prostituzione minorile, concussione, per non parlare di associazione mafiosa e decine di altri reati, molti dei quali in prescrizione, estinti per indulto, amnistia e leggi ad personam! Grillo è un comico, il suo linguaggio è coerente con le sue “radici”, per quanto discutibile, ma di certo non è lui il problema di anti-democrazia stagnante in cui l’Italia versa! Anzi direi che è proprio l’ultimissimo dei problemi! Renzi? Lecito che possa piacere, ma per me non è un uomo di sinistra. E’ molto bravo come sindaco ma non lo vedo come capofila di un vero partito di sinistra risorto dalle proprie cenere.

  • Si ma non si può sempre dare colpa a Berlusconi! Lungi dal difenderlo però il PD per una volta poteva avere le carte in regola per governare e a bloccarlo – come sempre – sono le divisioni e incoerenze interne. Che Bersani si dimetta bene, ma fa ridere che sia dovuto salire per dimettersi, non si sapeva già prima che non era un leader adatto a tale ruolo? Il fatto che la sinistra sia più di centro non lo vedo come un male, sarebbe bello avere due frose politiche antagoniste ed equilibrate come in America dove è evidente che sia che vinca una parte o l’altra cercano di fare il bene del paese.
    Comunque io preferirei Berlusconi piuttosto che Grillo -in caso pd rimanga debole – non riesco davvero a capire come si possa prendere seriamente uno che urla, indottrina e soprattutto antidemocratico! Golpe? Due forse su 3 hanno scelto, si chiama democrazia, non vale solo quando si fa quello che vuoi tu!
    Ma Renzi non piace? A me sembra proprio un personaggio che potrebbe portare aria fresca- in senso metaforico e non – a questa politica italiana vecchia.

  • Si ma non si può sempre dare colpa a Berlusconi! Lungi dal difenderlo però il PD per una volta poteva avere le carte in regola per governare e a bloccarlo – come sempre – sono le divisioni e incoerenze interne. Che Bersani si dimetta bene, ma fa ridere che sia dovuto salire per dimettersi, non si sapeva già prima che non era un leader adatto a tale ruolo? Il fatto che la sinistra sia più di centro non lo vedo come un male, sarebbe bello avere due frose politiche antagoniste ed equilibrate come in America dove è evidente che sia che vinca una parte o l’altra cercano di fare il bene del paese.
    Comunque io preferirei Berlusconi piuttosto che Grillo -in caso pd rimanga debole – non riesco davvero a capire come si possa prendere seriamente uno che urla, indottrina e soprattutto antidemocratico! Golpe? Due forse su 3 hanno scelto, si chiama democrazia, non vale solo quando si fa quello che vuoi tu!
    Ma Renzi non piace? A me sembra proprio un personaggio che potrebbe portare aria fresca- in senso metaforico e non – a questa politica italiana vecchia.

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