Berlusconi continua a vincere, e continua a divertirsi
Come scrivevo all’indomani delle elezioni nell’articolo: “vince Berlusconi, e si diverte!”.
Stiamo assistendo alla fine di questo PD per come lo abbiamo conosciuto: erede di quello veltroniano, mette in casa il nemico SeL al posto di Di Pietro -e Vendola, come i dipietristi, tradisce alla prima occasione utile-. Regala qualche seggio ai socialisti, con Veltroni erano i radicali, e la gioiosa macchina ha franato un’altra volta, senza che nessun Renzi possa prendere le redini per cambiarne il destino. Fondamenta marce non si puntellano con una imbiancata alle pareti.
L’errore di Bersani e della nomenklatura piddina è stato quello di aver visto nel Giaguaro da smacchiare il facile slogan per riprendersi il voto dei delusi e compattarlo intorno al disastro di correnti e fazioni di cui è composta la Beirut di Sant’Andrea delle Fratte; sperando subito dopo di fare ciò che sempre è stato fatto: i ladri di Pisa. Nel mentre si ragionava con vecchi e arrugginiti strumenti, non si comprendeva che il voto a cinque stelle si faceva sempre più prepotente e pressante, Berlusconi si riprendeva lo spazio che per pochi mesi aveva lasciato libero ai suoi (per tattica più che per gioco) ed il PD si squagliava nella guerra fra bande: tutti contro tutti!
Indipendentemente dal Presidente della Repubblica che verrà eletto questa è la fine ingloriosa del PD Veltrusconi o D’Alemoni, in quanto espressione di una vecchia classe dirigente ormai devastata dalle correnti, sempre aperta ad ogni compromesso, purché di potere. Renzi, il “nuovo che avanza”, ne è espressione, non più in grado di essere il segretario di tutti gli elettori del PD. Questo PD non ci mancherà, ha fatto la fine che doveva, una lunga china che è bene finisca ora e subito, nessun Marino capitolino aiuterà questo lento franare.
I grillini, a questo punto, sono pronti a raccoglierne le macerie. Antipartitocratici “duri e puri”, solo fino a quando non si farà i conti con la realtà, quella che dura e pura poi non è, e prima di imboccare nelle dovute forme la stessa strada dell’IdV, sicuramente con maggior successo apparente, Casaleggio ed associati sarà il vero potere antagonista. Né movimento e né partito, ma espressione di potere con il quale si dovrà confrontare il Caimano, che più furbo del suo precedente avversario, impallinato da questa sottovalutazione, non farà lo stesso errore. Lo si capisce dalle battute di Gasparri, o da certe esternazioni del Boss.
Ci si appresta ad una nuova spartizione delle coscienze popolari ed elettorali, ma per il momento il Cavaliere vince ancora: è sempre lui, ormai da vent’anni, oggetto del desiderio o strumento del demonio! Povero PD, avesse offerto subito un nome di rilievo alla Presidenza, un nome popolare, stimato, di rottura, che fosse fuori dall’attuale Parlamento, avrebbe messo in seria difficoltà cavalieri e grilli, purtroppo la sete di potere ha prevalso e distrutto.
costui lo amo come i vermi nella minestra.
costui lo amo come i vermi nella minestra.