Cronaca

La cultura Hip Hop: nascono gli MC, "Master of Ceremonies".

Tutti gli appassionati di Hip Hop sanno che l’MC è colui che da vita al RAP, la cui parola deriva dalla definizione  “Rhythm and Poetry”, ovvero “Ritmo e Poesia”, in effetti questo genere musicale è caratterizzato, sostanzialmente, da versi ritmati, dove si usano rime baciate, assonanze o allitterazioni.

La cultura hip hop: McingCome è avvenuto per gli altri generi che costituiscono la cultura Hip Hop, anche il Mcing nasce per le strade del desolato e povero Bronx, i maggiori esponenti di questo genere, non a caso, ancora oggi sono afroamericani. Ma come prende vita il Mcing e come diventa il Rap che conosciamo oggi?

Sono qui per questo, per portarvi indietro nel tempo, verso la metà degli anni settanta, pronti per il viaggio? Bene, si parte!

Immaginate con il pensiero, le grandi strade di New York, più precisamente quelle del Bronx, mentre sono popolate di gente riunita per una festa di quartiere che si tiene per strada, ecco è a una di queste feste “popolari” che prende vita la prima forma di MCing, come? adesso ve lo racconto.

Se avete letto l’articolo sul Djing sapete chi è DJ Kool Herc, ma se non l’avete ancora letto, riassumo di seguito: questo Dj è il fondatore di due correnti, il turntablist e il breaking, il tutto gli è riuscito incominciando a selezionare e separare porzioni ritmatiche di diversi brani musicali, come il funk, il soul, R&B e infine, la disco music. Ora a quei tempi c’era un certo James Brown, non credo che abbia bisogno di presentazioni, che aveva indicato Little Richard e la sua band, come i primi a praticare il funk ma con basi rock. Cosa c’entra? Adesso lo dico, tali basi miste di funk e rock, furono poi usate dai Dj per creare i breakbeats, i quali gli permettevano di creare sequenze musicali ritmate senza soluzione di continuità.

Questi “pezzi creati” con la tecnica che poi ha dato vita al famoso turntablist, venivano integrati nelle feste che dicevo prima, perché lo scopo primario, a quei tempi, che si imponeva un Dj era quello di fornire una forma di intrattenimento, facendo ballare a più non posso la gente. Con il tempo,  questo modo di fare musica da parte dei Dj, siamo già in pieno Turntablist, divenne popolare e i cantanti incominciarono a parlare sulle basi campionate, questi cantanti divennero noti con il nome di MC, che letteralmente è l’abbreviazione di “Master of Ceremonies”, ovvero “Maestro di Cerimonie”, da cui appunto viene il nome della corrente: MCing.

L’abilità che dimostrarono di avere gli MC era appunto la rima facile e la capacità di andare dietro al ritmo imposto dal Dj, anche quando questo si faceva impegnativo. Il suo ruolo principale, all’inizio, era quello di presentare il Dj e la sua musica, usando la sua capacità linguistica in rima per attirare maggiormente l’attenzione della gente.

Successivamente gli MC incominciarono a introdurre frasi all’interno delle canzoni stesse, invitando la gente a ballare e per salutare il pubblico, spesso esprimevano la loro capacità di fare le rime, con frasi che riportavano giochi di parole e aneddoti. Con il passare degli anni, questa tecnica si evolse e si affinò talmente tanto, da diventare nota con il termine “rapping”, da cui poi deriva il nostro rap, quello che conosciamo oggi.

Quando questo avvenne ci fu la definitiva nascita della cultura hip hop, ormai piena nelle sue caratteristiche e di tutto ciò che la rappresenta:

  • la parte visiva: il writing;
  • la parte corporea: il breaking;
  • la parte uditiva: il Djing;
  • la parte orale: il Mcing.

Oggi la musica rap ha una gran fetta di mercato musicale in tutto il mondo, anche qui da noi in Italia questo genere e questa cultura sono in continua espansione, ma nessun paese ha nel proprio DNA la cultura Hip Hop, come in America: lo dimostra il fatto che esistono, tutt’oggi nonostante le grandi case discografiche, molte etichette indipendenti, prova questa che la cultura hip hop è perfettamente integrata nella popolazione americana, non è importante avere successo, l’importante è dire la propria opinione attraverso il rap.

Per gli Americani, quindi, è ancora una questione, non discografica, ma di “dare voce a chi voce non ne ha!”.

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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