Cronaca

Metanfetamina, l'euforia e gli spettri del dolore.

Metanfetamina: l'euforia e gli spettri del doloreLa tossicodipendenza è un tema di una delicatezza disarmante. La droga è un mondo complesso, che si nutre di paura e solitudine.

Non vorrei aprire un tema riguardante la pericolosità delle droghe “in generale”, perchè ne uscirebbe un dibattito infinito. Sarebbe infatti riduttivo parlare di questo fenomeno a livello generico; come in ogni altra materia della vita esso non si può giudicare in senso assoluto, come se fosse o bianco o  nero. E’ necessario prima di  tutto distinguere le droghe più “blande” e leggere come la Cannabis, da sostanze spaventosamente aggressive e in molti casi mortali, come la Metanfetamina. Per quanto riguarda la scelta di farne uso, sono del parere che condannare a priori non sia la soluzione al problema.

La  Metanfetamina  è un potente stimolante sintetico e si può presentare in polvere o in pillole. E’ una droga diffusissima, tra le più economiche presenti sul mercato degli stupefacenti e facilmente riproducibile, bastano addirittura dei semplici medicinali contro il raffreddore. E’ una sostanza “fatta in casa”, quindi di immediata reperibilità. Il basso costo e il potente effetto che la Metanfetamina produce, sono i motivi per cui ha avuto una diffusione così vasta e rapida negli ultimi anni.

Si è sviluppata e diffusa nelle aree rurali degli USA, si può ingerire, sniffare,  fumare e iniettare. Fa parte della categoria delle sostanze eccitanti e l’ effetto di una sola dose, che può durare fino a 12 ore, è di tre volte e mezzo superiore a quello della Cocaina, rispetto alla quale è anche più economica.  L’assunzione di Meth (in inglese, da Methedrine) produce  dopamina, il neurotrasmettitore del piacere, forzandone il rilascio. L’intensità di esso è pari a  6 volte quello che il corpo può produrre da solo e causa uno stato di ebrezza e sicurezza, diminuendo la sensazione di fatica e dolore. Non a caso uno dei Paesi con il può alto numero di utilizzatori di Meth è la Thailandia, motivo legato al disagio sociale: nei luoghi più poveri e sottosviluppati, infatti,una sostanza che riesce a stimolare la produzione di dopamina permette di affrontare  con meno fatica i lavori pesanti.

Tra gli effetti più devastanti dell’ assunzione di Metanfetamina ci sono: perdita di denti e capelli, cedimento muscolare, comparsa di piaghe, perdita di appetito, allucinazioni, depressione, disfunzione degli organi interni, emorragie cerebrali,  disturbi della personalità, paralisi.

Le vittime che questa sostanza miete, non pagano solo in termini psicofisici la scelta di essere diventati schiavi di una droga pericolosissima, ma portano anche il peso del poco interesse che l’opinione pubblica nutre verso di loro. In molti casi la disinformazione e i luoghi comuni portano a considerare i tossicodipendenti delle persone senza anima, “sporche”, come se potessero in qualche modo contagiare il loro aspetto spettrale alle persone “sane”. Ma chi è definibile realmente sano nella nostra società? Come ci si può considerare umani, se si ignora  o si critica chi ha bisogno di aiuto?

Non è umano chi osserva l’immagine di un tossico e afferma “Chi se ne frega, l’ha voluto lui!”; non è umano chi si volta dall’altra parte ed evita di parlarne…

In molti casi chi fa uso di droghe pesanti entra in un tunnel di disperazione ed è incapace di reagire, si procura del male per provare a stare meglio, finendo inevitabilmente per sprofondare, da  solo. I metodi sono sbagliati, ma la ricerca del benessere o del “non sentire male”, può assumere forme che spesso non possiamo nemmeno lontanamente comprendere. Quello del dolore interiore è un mondo oscuro, pieno di fantasmi e paranoie, che circonda spesso persone che vivono in situazioni difficili, di disagio generale, familiare e/o affettivo. Questi uomini e donne (spesso anche bambini) fragili e abbandonati  a se stessi, in molti casi non trovano un rimedio alla propria infelicità e si feriscono, perdendo ogni speranza.

Mi sono trovata in una discussione sul Web, dove si mostravano immagini di persone prima e dopo l’assunzione, per un certo periodo di tempo, di Metanfetamina. Sono rimasta scioccata dalla reazione degli utenti… Pochissimi hanno provato pietà per i tossicodipendenti dal volto consunto, profondamente segnato. La maggior parte di loro ha commentato : “Sti cazzi! Hanno voluto la bicicletta? Pedalassero!”, “Non mi interessa, hanno scelto loro di ridursi così”. “Nessuno pensa ai genitori, parenti o amici? Io non provo pietà, oggi tutti sanno cosa ti fa sta roba”.

Personalmente credo che le persone possano soffrire in modo molto diverso le une dalle altre: può esserci la persona X che ha reagito al meglio di fronte agli ostacoli della vita, così come la persona Y, particolarmente sensibile e fragile, che vive la propria emotività in modo distorto e disadattato.

Le vittime della droga non sono da colpevolizzare, ma da aiutare o quantomeno provare a capire.

Si tratta di anime perdute, prima che di volti sfigurati. La comunicazione è una delle armi che possiamo usare a favore della prevenzione dei disagi emotivi, prima ancora che della disintossicazione; anche perchè la dipendenza da Meth è immediata e frequentissima la ricaduta.

Chi inizia ad usare la Metanfetamina, infatti, inevitabilmente ne muore.  Solo il 2% dei dipendenti da essa riesce a sopravvivere dopo 10 anni di consumo. Il 98% di coloro che riescono a  disintossicarsi ricomincia a drogarsi…

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