Il costo sociale della crisi familiare. Separarsi è un lusso. Domani
Comunicato stampa: Il costo sociale della crisi familiare, divorziare diventa sempre più difficile, complice la crisi economica. E se alcune coppie decidono di restare insieme per risparmiare, i padri separati finiscono sul lastrico per le spese di mantenimento.
Al vaglio degli esperti l’attuale situazione in occasione del convegno
“Il costo sociale della crisi familiare” durante il quale verranno presentati i risultati di alcune ricerche sugli effettivi costi di divorzi e separazioni, e le possibili soluzioni
Dare un taglio al proprio matrimonio, solo di spese legali, costa troppo: per una separazione consensuale, con unica udienza, si va dagli 800 ai 3.500 euro, mentre per una separazione giudiziale con 4-5 udienze da un minimo di 1.055 a un massimo di 9.500 euro. Nel costo di un iter separativo vanno inoltre inclusi gli eventuali ricorsi ai successivi gradi di giudizio.
Se poi si tratta di separazioni più complesse con sconfinamenti penali, istanze di modifica, indagini difensive, tre gradi di giudizio, CTU ripetute sia in primo grado che in CdA, si sfora facilmente il tetto dei 50mila euro con picchi di oltre 200mila.
Nel caso di separazione con figli, oltre all’assegno destinato all’ex coniuge (le separazioni che si concludono con l’assegno di mantenimento al coniuge, di solito il marito alla moglie, sono 1 su 5 – 21,1% dei casi nel 2009), bisogna aggiungere le spese per il mantenimento dei figli: alcune sentenze, ad esempio, a fronte di una media nazionale di 400 euro, hanno stabilito un importo pari a 1.300 euro mensili come contributo da versare per un solo figlio, a fronte di una busta paga da lavoro dipendente di 2.100 euro mensili. Non tralasciamo, di indicare i costi derivanti dagli affidi minorili extrafamiliari che nel nostro paese riguardano oltre 32.000 minori e comportano una spesa sociale, quindi a carico della comunità, di oltre 2 miliardi e mezzo di euro.
Così, sono sempre più numerose le coppie che decidono di restare insieme, i cosiddetti separati in casa, perché per motivi economici non possono permettersi di lasciarsi definitivamente. Mentre nella totale assenza di uno stato sociale, aumentano inesorabilmente i padri separati che finiscono sul lastrico perché con il loro stipendio non riescono a coprire le spese legali, né l’assegno di mantenimento per i figli. Non a caso, il 12,7% delle persone che si rivolgono alla Caritas sono separate o divorziate. Uno sguardo rivolto anche a chi, dall’estero, con vari decenni di esperienza in più di noi ci offre un interessante aiuto. I risultati di alcune ricerche, oltre a un’analisi approfondita del conteso attuale, verranno presentati in occasione del convegno “Il costo sociale della crisi familiare” che si terrà venerdì 19 aprile, ore 9.00, a Roma presso il Campidoglio, nella Sala Gonzaga, in via dalla Consolazione, 4.
Al convegno, interverranno l’onorevole Ludovico Todini (Pdl), Matteo Santini (Consigliere dell’Ordine degli avvocati di Roma), Marco De Amicis (Portavoce Autorità Garante per L’infanzia e l’Adolescenza), Fabio Nestola (Presidente Associazione Fe.N.Bi), Vittorio Vezzetti (Pediatra – Colibrì), Massimo Rosselli del Turco (Presidente A.Le F.), Gabriele Bartolucci (Vice Presidente Genitori sottratti), Matteo Villanova (Docente Terza Università di Roma), Simone Pillon (Avvocato familiarista), Antonio Matricardi (Papà separati del Lazio), Francesco Morcavallo (Giudice Tribunale minori di Bologna).
Dal Consiglio dell’ Ordine, 4 crediti formativi agli avvocati di Roma.