Recensione Film: This Must Be The Place
This Must Be The Place è un film del 2011 di Paolo Sorrentino.
Racconta la storia di una vecchia rockstar di nome Cheyenne, interpretata da Sean Penn, che quando viene a sapere della morte di suo padre parte per andare a vendicarsi del suo più grande nemico, una guardia tedesca che lo infastidiva al campo di concentramento.
Come italiani, dovremmo essere più che orgogliosi di un film come This Must Be The Place. L’ottimo lavoro registico di Paolo Sorrentino rende questo film piacevole e per nulla scontato. Non a caso è stato presentato al Festival di Cannes ed ha vinto ben 6 David di Donatello.
Sebbene sia un film drammatico riesce a strappare qualche sorriso, soprattutto grazie all’ottima recitazione di Sean Penn. Consiglio sentitamente la visione di questo film in lingua originale, per apprezzare totalmente le sfumature della sua recitazione impeccabile.
Il titolo del film è tratto da una canzone dei Talking Heads di nome, appunto, This Must Be The Place.Una delle scene più belle del film è quando Cheyenne canta questa canzone insieme al figlio piccolo della nipote dell’uomo su cui deve sfogare la sua vendetta.
Un’altra cosa che colpisce profondamente sono gli stralci del diario del padre, che vengono recitati ogni tanto, nel bel mezzo del film.
Prima dell’inferno c’è stata la casa, il bacio furtivo nel retro del giardino all’età di tredici anni, l’odore e la puzza della casa, le nuvole nere, le brezze del tuono molto vicino, il rifugio del bambino, l’angolo vicino alla finestra, la coperta durante la febbre, la noia felice e i brividi di beatitudine, c’è stata in un due parole l’intimità mentale, il campo decreta la perdita dell’intimità mentale stabilendo cosi una nuova morte che respira. Ci sono molti modi di morire il peggiore è rimanendo vivi.
Trovo che queste frasi siano bellissime. Sembrano scivolare addosso fin quando non arriva l’ultima frase che colpisce come un macigno e lascia interdetti. Uno dei rari film che mi fa sentire orgogliosa di essere italiana, tutto ciò grazie alla bravura di Sorrentino.
Un’ottima performance di Sean Penn accompagnata da una regia assolutamente perfetta rendono questo film uno dei più belli del 2011. Poetico e riflessivo.