Cronaca

Scrittori meridionali, non solo italiani!

dipinto di mattia preti, pittore calabrese.
dipinto di mattia preti, pittore calabrese.

Di pochi giorni fa è la notizia della scelta effettuata dal Ministero per l’Istruzione di escludere gli scrittori meridionali, e le donne -unica graziata dal ministro Gelmini è la Morante- dalle antologie proposte per gli istituti superiori.

 Chi mi segue e mi conosce già sa che io sono meridionale, è quindi facile capire che questa news ha particolarmente colpito la mia sensibilità.

Ricordo che mentre frequentavo l’ultimo anno delle superiori, più volte mi sono chiesta come mai non si puntasse un po’ di più sull’insegnamento degli scrittori meridionali, come mai non si provasse ad inculcare negli studenti calabresi, o del Sud Italia in generale, un po’ più di amor proprio e di stima per i “frutti buoni” della nostra terra, e ora ho capito il motivo.

La scuola italiana, come quella di ogni altro Paese, non può far altro che rispecchiare il modello ed il prototipo di società che si vuole creare. In tutto questo c’è un’insinuazione sottile, ma neanche troppo celata, che vuole sottendere l’incapacità del Sud Italia di creare  cultura. Dimenticando volontariamente la storia e la tradizione che arriva dal Mediterraneo e che dalla Sicilia, dalla Calabria, dalla Puglia, dalla Campania e da tutte le altre regioni a sud di Roma si è diffusa per tutto il resto della penisola.

Non c’è da stupirsi, basta ricordare che a Torino hanno deciso di istituire il Museo Lombroso, sedicente criminologo, convinto che la conformazione fisica dei meridionali fosse inevitabilmente collegata con quella dei criminali.

Gli scrittori meridionali hanno da sempre avuto il merito di scrivere della ribellione, dell’oppressione, dell’ingiustizia subita dal loro popolo. Forse è questo quello che non si vuole, permettere a chiunque di capire che il meridionale può ribellarsi, può alzare la testa, può dire no ai poteri ed al potere!

In questo articolo citerò alcuni di quegli scrittori che cadranno nel dimenticatoio, che verranno ignorati dalle future generazioni, che finiranno nell’oblio della cultura italiana. Credo che i loro versi siano il modo migliore per contestare e contrastare questa politica antimeridionale.

– Luigi PIRANDELLO: “A quanti uomini, presi nel gorgo di una passione, oppure oppressi, schiacciati dalla tristezza, dalla miseria, farebbe bene pensare che c’è sopra il soffitto il cielo, e che nel cielo ci sono le stelle. Anche se l’esserci delle stelle non ispirasse a loro alcun conforto religioso, contemplandole si inabissa la nostra inferma piccolezza, sparisce nella vacuità degli spazii, e non può non sembrarci misera e vana ogni ragione di tormento“.

– Salvatore QUASIMODO: “città d’isola sommersa nel mio cuore, ecco discendo nell’antica luce delle maree, presso sepolcri in riva d’acque che una letizia scioglie d’alberi sognati“.

– Corrado ALVARO: “i calabresi mettono il loro patriottismo nelle cose più semplici, come la bontà dei loro frutti e dei loro vini. Amore disperato del loro paese, di cui riconoscono la vita cruda, che hanno fuggito, ma che in loro è rimasta allo stato di ricordo e di leggenda dell’infanzia“.

– Giovanni VERGA: “il mare non ha paese nemmen lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole“.

– Leonardo SCIASCIA: “il sistema consente di arrivare al potere col disprezzo; ma è l’iniquità, l’esercizio dell’iniquità, che lo legittima“.

– Ignazio SILONE: “rinuncio ad avere una vita fittizia e apparente con dei giochi di luce sugli oggetti, non voglio che un gatto sembri una tigre, un cane rassomiglia ad un orso, una radice a un serpente. Preferisco chiamare gatto un gatto, cane un cane, radice una radice“.

– Giordano BRUNO: “che ci piaccia o no, siamo noi la causa di noi stessi. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell’illusione dei sensi; ignoriamo che siamo ciechi e sordi. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che siamo divini, che possiamo modificare il corso degli eventi“.

Come si fa a dire che menti del genere non meritino di essere studiate? non rendano onore alla letteratura italiana e non accrescano il bagaglio culturale degli studenti?

I testi dai quali sono state estrapolate le citazioni non sono stati volutamente inseriti. Nutro la speranza che almeno uno di voi voglia ricercare da solo l’opera, e magari leggerla, innamorarsi di colui che l’ha scritta e non dimenticare che il Sud è anche questo: cultura, arte, bellezza!

Marika Massara

Nata e cresciuta in provincia di Milano, emigrata in Calabria, adottata da Roma, non posso che definirmi italiana. Amo la mia Calabria, il mare d'inverno e il Rock. Da sempre attenta alla politica (più che ai politici), non posso che definirmi assolutamente di sinistra. Segni particolari: Milanista sfegatata.

4 pensieri riguardo “Scrittori meridionali, non solo italiani!

  • Esatto, perchè la cultura italiana è così definita in quanto comprende TUTTA l’Italia… io credo che un semplice cittadino possa cadere nella stupidità preferendo “una parte” d’Italia ad un’altra, ma i politici no! ( certo è anche vero che se fino ad ora avessimo avuto una classe politica competente non saremmo finiti in questo limbo). Grazie del commento 🙂

  • Esatto, perchè la cultura italiana è così definita in quanto comprende TUTTA l’Italia… io credo che un semplice cittadino possa cadere nella stupidità preferendo “una parte” d’Italia ad un’altra, ma i politici no! ( certo è anche vero che se fino ad ora avessimo avuto una classe politica competente non saremmo finiti in questo limbo). Grazie del commento 🙂

  • Io ho 64 anni e sono anch’io italiano nel senso che sono nato a Genova, cresciuto (dai 3 ai 15 anni)a Milano poi mi sono trasferito a Roma e pochi anni dopo sono entrato nell’Aereonautica Militare facendo servizio a Foggia, Caserta, Grosseto, Latina, Pavia e Verona. Ho avuto modo di conoscere mentalità e cultura di quasi tutta l’Italia. Forse sarebbe bene che più gente facesse simili esperienze prima di pensare a bestialità come cancellare gli scrittori del Sud. In questo modo non si distrugge la cultura meridionale, si distrugge la cultura italiana.

  • Io ho 64 anni e sono anch’io italiano nel senso che sono nato a Genova, cresciuto (dai 3 ai 15 anni)a Milano poi mi sono trasferito a Roma e pochi anni dopo sono entrato nell’Aereonautica Militare facendo servizio a Foggia, Caserta, Grosseto, Latina, Pavia e Verona. Ho avuto modo di conoscere mentalità e cultura di quasi tutta l’Italia. Forse sarebbe bene che più gente facesse simili esperienze prima di pensare a bestialità come cancellare gli scrittori del Sud. In questo modo non si distrugge la cultura meridionale, si distrugge la cultura italiana.

Cosa ne pensi?

error: Condividi, non copiare!