Politica

Reddito minimo garantito

precariDi pochi minuti fa la notizia che sono cinquantamila le firme raccolte per far approdare in Parlamento la legge di iniziativa popolare sul reddito minimo garantito.

Il principio è corretto, chi non lavora, non perché non ne ha voglia, ma perché non riesce realmente a trovare un impiego che gli permetta di vivere dignitosamente, merita un aiuto dallo Stato.

La mia perplessità sul reddito minimo garantito nasce però ripensando – ad esempio- all‘indennità di disoccupazione ed a tutte le persone che sfruttano nel peggiore dei modi questa possibilità data dall’Italia, che – dobbiamo ricordarlo- fino a qualche anno fa vantava una tutela del lavoro e del lavoratore all’avanguardia in tutta Europa.

Conosco moltissima gente che, soprattutto nel periodo estivo, viene impiegata all’interno di strutture turistiche. Viene assunta a tempo determinato per il tempo necessario a maturare la suddetta indennità, dopodiché passa il periodo invernale lavorando in nero, percependo così non solo lo stipendio, ma anche la disoccupazione, che potrebbe ovviamente essere utilizzata da chi ne ha realmente bisogno. Perché non potrebbe accadere la stessa cosa anche con il reddito minimo? L’occasione fa l’uomo ladro e sfido chiunque abbia un lavoro pagato regolarmente, ma in nero, a dichiarare che rinuncerebbe per amor di patria a quelle 500/700 euro in più al mese.

Questo discorso potrebbe risultare strano se fatto da una persona che come me, si è sempre dichiarata di sinistra, ma io continuo a sostenere che i veri disoccupati preferirebbero avere la possibilità di trovare un’occupazione piuttosto che prendere dei soldi senza far niente.

In questo terribile periodo di crisi economica ogni possibilità di sprecare denaro pubblico deve essere limitata e ben valutata. Sarebbe forse molto più opportuno che lo Stato italiano proponesse la creazione di cooperative a partecipazione pubblica che prevedano l’assunzione di persone inoccupate, magari per lavori socialmente utili, magari in zone del paese economicamente “arretrate”.

Si potrebbe creare una banca dati nazionale, suddivisa per regione, che raccolga al suo interno tutti i disoccupati, suddivisi in relazione alle competenze, agli studi effettuati, alle pregresse esperienze lavorative dalla quale potrebbero attingere imprese pubbliche e private intenzionate ad assumere personale. Creare una graduatoria trasparente, con criteri standard e non “inquinabili”. Basterebbe agevolare il datore di lavoro che decide di assumere, per un periodo superiore ai due anni, con detrazioni fiscali e delle imposte.

Lo Stato potrebbe incentivare realmente l’imprenditoria, e non solo quella giovanile, ma chiunque per la prima volta voglia rischiare e aprire una propria attività, offrendo prestiti che non sfiorino gli interessi illegali e che permettano al lavoratore di introdurre la propria attività sul mercato. Si potrebbe dirottare l’8 per mille a favore di queste iniziative – credo che il Vaticano possa sopravvivere in ogni caso-.

Io ovviamente non sono un’economista, ma sono sicura che aumentare la produttività non può far altro che bene ad una società come quella italiana.

Marika Massara

Nata e cresciuta in provincia di Milano, emigrata in Calabria, adottata da Roma, non posso che definirmi italiana. Amo la mia Calabria, il mare d'inverno e il Rock. Da sempre attenta alla politica (più che ai politici), non posso che definirmi assolutamente di sinistra. Segni particolari: Milanista sfegatata.

4 pensieri riguardo “Reddito minimo garantito

  • Luca sono contenta che tu abbia capito. Ovviamente non voglio fare di tutta l’erba un fascio, né dare del ladro a tutto il popolo italiano, ma oggi come oggi, chi rinuncerebbe a 500/700 euro in più al mese?

  • Luca sono contenta che tu abbia capito. Ovviamente non voglio fare di tutta l’erba un fascio, né dare del ladro a tutto il popolo italiano, ma oggi come oggi, chi rinuncerebbe a 500/700 euro in più al mese?

  • Il tuo pezzo è ineccepibile. Purtroppo non è applicabile la tua teoria perchè questo è un paese dove non si rispetta perfino la fila alla posta figurati l’indennità di disoccupazione che molti furboni che lavorerebbero in nero pur di non perderla , se la vanno poi a giocare a lotto. In un’altra società sarebbe facilmente applicabile ma non con la nostra gente.

  • Il tuo pezzo è ineccepibile. Purtroppo non è applicabile la tua teoria perchè questo è un paese dove non si rispetta perfino la fila alla posta figurati l’indennità di disoccupazione che molti furboni che lavorerebbero in nero pur di non perderla , se la vanno poi a giocare a lotto. In un’altra società sarebbe facilmente applicabile ma non con la nostra gente.

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