Cronaca

Perugia, Festival Internazionale del Giornalismo

Giornalismo tradizionale e giornalismo multimediale: la sfida è aperta. Se ne parlerà ampiamente insieme a molti altri argomenti, alla nuova edizione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia. Arrivato alla sua settima edizione, l’evento animerà il dibattito nel settore dell’informazione dal 24 al 28 aprile nel capoluogo umbro con incontri, tavole rotonde, workshop, presentazioni, interviste ed eventi aperti  a tutti.

Festival-Giornalismo-Perugia

Con il motto “No paywall here” i quattro giorni del festival sono dedicati non solo agli esperti del settore ma anche a tutti gli appassionati dell’informazione. Il Festival Internazionale del Giornalismo è un evento unico nel panorama internazionale, grazie al format che lo contraddistingue: più di 200 eventi con oltre 400 speaker a ingresso libero e aperto a tutti e il grande aiuto dei volontari, studenti, futuri reporter e aspiranti giornalisti non solo italiani, ma provenienti da tutto il mondo.

Tanti gli ospiti internazionali presenti anche quest’anno, prima fra tutte la blogger cubana Yoani Sanchez, per la prima volta in Italia, che parlerà della sua battaglia attraverso il blog Generatiòn Y. Tra gli altri interventi meritano una citazione i keynote di Emily Bell, per anni alla guida del settore digitale del Guardian e tra gli autori del saggio sul futuro dei media digitali: “Post-Industrial Journalism: Adapting To The Present”; quello di Mathew Ingram, giornalista e blogger canadese tra gli autori dei siti GigaOM e PaidContent (punto di riferimento internazionale per quanto riguarda l’editoria online e l’hi-tech); e Harper Reed, nelle ultime elezioni americane Chief Technology Officer per la campagna di Barack Obama.

Il programma è davvero ricco di eventi: workshop, panel discussion, presentazioni, incontri e testimonianze. Dibattiti sull’equo compenso e citizen journalism, social network e giornalismo ambientale.

Anche per questa edizione l’attualità avrà un posto centrale nell’agenda del Festival. A cominciare dalla situazione della Siria e della sua guerra che è ormai anche un conflitto mediatico. Non mancheranno gli approfondimenti sulla Russia di Putin tra un attivismo sempre più diffuso e un giornalismo investigativo sempre più a rischio. Si parlerà poi del mondo dopo Wikileaks e delle tensioni per il controllo di internet a seguito della Conferenza internazionale sulle telecomunicazioni di Dubai. Tornando in Italia si discuterà di femminicidio, Expo di Milano e, ovviamente, dell’ascesa del Movimento 5 Stelle.

Al di là degli sviluppi tecnologici, protagonista inevitabile di questa edizione sarà anche la difficile situazione dell’editoria. “Il Festival è un momento entusiasmante di incontro e di confronto, ma dobbiamo anche fare i conti con la terribile crisi che il giornalismo sta attraversando”, spiega Arianna Ciccone, fondatrice e organizzatrice del Festival. E quindi ampio spazio sarà dato al dibattito su come finanziare il giornalismo di qualità e i modelli di business emergenti, a cominciare da quei paywall di cui si inizia a discutere anche in Italia.

Mai come in questo periodo il giornalismo tradizionale comincia pesantemente ad arrancare e sul terreno del digitale non ha ancora saputo trovare una via d’ uscita alla crisi economica e un’alternativa profittevole al calo delle entrate derivanti da inserzioni e vendite.

Nello stesso momento, ha cominciato a venire meno la figura del giornale e del giornalista come depositario unico dell’informazione, avversato dalla concorrenza di lettori sempre meno passivi e di una sostanziale disaffezione della cittadinanza nei confronti delle produzioni giornalistiche, soprattutto nei giovani.

L’appuntamento del Festival Internazionale del Giornalismo non può che essere quindi un momento di scambio e dibattito sullo scenario attuale, un punto sulla situazione in questo passaggio decisivo.

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