Adozione ed eco dei cent'anni
Le origini dell’adozione sono remote: è noto che l’istituto era già stato disciplinato verso i Babilonesi, nelle leggi di Hammurabi e presso gli ebrei. Nel diritto romano, due erano i negozi mediante i quali un individuo veniva artificialmente posto nella condizione di discendente: l’adoptio, che era il passaggio di un filius da una famiglia ad un’altra , e l’abrogatio, con la la quale un pater familias si faceva sottoposto in altra famiglia. Il significato generale dell’istituto è quello di creare un rapporto giuridico che si ispira e si adegua al vincolo naturale di paternità e maternità.
Sempre più spesso accade che i figli adottivi decidono di voler conoscere quelle madri e quei padri che, per le più svariate ragioni, hanno deciso di abbandonarli a un diverso destino, forse migliore, forse peggiore, ma, possiamo almeno pensarlo, non naturale. E i genitori, parlo di quelli adottivi, come possono accettare, senza far prevalere un innato senso di possessività, una decisione così determinata di quel figlio, ormai figlio, che hanno visto crescere, che hanno fatto crescere. Ma, d’altro canto, voler conoscere le proprie origini rappresenta un modo per ricostruire i tasselli della propria identità.
Per la giurisprudenza prevale la scelta del genitore di mantenere l’anonimato rispetto all’interesse del figlio di conoscere l’identità del genitore. Tale orientamento è stato confermato anche dalla Corte Costituzionale che ha deciso di tutelare la gestante che “trovandosi in situazioni particolarmente difficili dal punto di vista personale, economico o sociale, abbia deciso di non tenere con sé il bambino, offrendole la possibilità di partorire in una struttura sanitaria appropriata e di mantenere al contempo l’anonimato nella conseguente dichiarazione di nascita”.
Solo trascorsi 100 anni dalla nascita questi figli possono accedere alle informazioni, la legge 184/83 e il codice della privacy sosengono fermamente che per avere il diritto di conoscere i genitori bisogna aver compiuto cent’anni.
Ma sono pochi i casi di longevità.
Inoltre attendere una vita intera prima di sapere chi fosse il proprio padre e la propria madre è, mi dice la mia coscienza, davvero sconfortante. D’altro canto, però, molti genitori che decidendo di dare in adozione i propri figli, non hanno alcuna intenzione di rivelare la propria identità ed è per questo che la legge li tutela, forse, senza peccare di presunzione, anche troppo.