Cronaca

L'infibulazione : una spilla conficcata nell' anima

infibulazione

Considerata spesso un’assurda pratica educativa, l’infibulazione è tuttora un obbligo giuridico vincolante, almeno nei paesi d’origine, cui sono tenute le famiglie che sono convinte di agire per il bene delle proprie figlie. Quello che per noi è una terribile mutilazione, per alcuni popoli costituisce una forma di perfezionamento del corpo, una sorta di intervento estetico da cui dipende la costruzione dell’ identità femminile e dell’appartenenza comunitaria. Trattandosi di un fattore di integrazione sociale sia per le ragazze che per i genitori, è comprensibile come questi ultimi non se la sentono di portare con loro la responsabilità di una scelta che esporrebbe entrambi al biasimo della propria comunità, ma dal momento che risiedono stabilmente in un paese occidentale molti di loro cominciano a rendersi conto che forse qui se ne può fare a meno.
In Italia vivono circa 38mila donne infibulate e 20mila bambine “a rischio” in quanto appartenenti a comunità in cui vengono praticate tali mutilazioni. Negli anni novanta sono arrivate in Italia molte donne da paesi (Egitto, Somalia, Etiopia, Eritrea) in cui l’infibulazione è considerata la regola. Oltre al trauma la donna risente delle conseguenze di questo intervento per tutta la vita, dal punto di vista della salute psicologica e psico-sessuale. Sono frequenti, infatti, nella vittima la mancanza di auto-stima, gli stati d’ansia, la depressione cronica e la frigidità.

L’UNICEF, L’UNESCO , l’OMS, l’ONU, si sono più volte scagliate contro questa assurda pratica, specie se le sue vittime sono delle minorenni. La Convenzione ONU sui diritti del fanciullo del 1989 è  diretta proprio a tutelare l’integrità psico fisica e morale dei minori.

Una norma di rifermento costituzionale è, invece, l’art 32  che impone  <<nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge>> e che questa, in nessun caso, possa <<violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana>>. Nel caso dell’infibulazione è evidente che non si è in presenza di trattamenti imposti per legge, né di fronte a trattamenti che tutelino la dignità della donna.

 Preservare la donna nella sua interezza è un valore fondamentale.Prevenire, contrastare, reprimere le pratiche di mutilazione genitale femminile rappresenta un obiettivo normativo fondamentale, nonchè un obbligo morale di tutte le culture e religioni.

Importante fare riferimento , allora, al Codice penale che, saggiamente, punisce <<chiunque, in assenza di esigenze terapeutiche, cagiona una mutilazione degli organi genitali femminile>>.

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