Rivoluzione Foxconn: arrivano i sindacati
La nota azienda divenuta famosa per le disumane condizioni di lavoro, in questi giorni ha annunciato una svolta epocale: presto verranno elette le prime rappresentazioni sindacali. Fino ad ora i responsabili dei “diritti” dei lavoratori (se così possiamo chiamarli) erano manager o funzionari locali del partito nominati direttamente dall’azienda che, come ben si può immaginare, di certo non avevano come obiettivo la salvaguardi dei lavoratori.

Per un paese come la Cina, questa è una vera e propria rivoluzione. Fino ad ora i semplicemente non esisteva nulla di nemmeno paragonabile ai sindacati, tant’è vero che l’azienda si è attivata organizzando dei corsi per istruire i lavoratori circa il funzionamento dei sindacati. Esauriti questi corsi, sarà dato il via alle elezioni dei rappresentanti, che avranno il compito di salvaguardare i diritti dei 1,2 milioni di dipendenti dell’azienda. Ma davvero qualcosa si sta muovendo nel paese che basa il suo successo sullo sfruttamento? C’è da dire che ormai da mesi sono emersi tutti i problemi di carattere umano della Foxconn, come dimenticare i numerosi suicidi dei dipendenti ripresi dalla stampa internazionale, solo un anno fa, lo sfruttamento del lavoro minorile o, ancora, le polemiche riguardanti gli studenti universitari cinesi, costretti ad un periodo di lavoro obbligatori presso il colosso dell’elettronica, per poter procedere i propri studi.
La Apple, tirata in causa in prima persona essendo il primo cliente dell’azienda cinese, dall’inizio delle polemiche tenta di rimediare a questa fastidiosa faccenda, riuscendo ad oggi a far aumentare il salario dei dipendenti e (per quanto possibile) aumentare i controlli sulle assunzioni operate dalla Foxconn, com l’obiettivo di impedire qualsiasi assunzione di minorenni. E’ possibile che la creazione dei sindacati sia stata spinta dalla stessa Apple, così da ripulirsi l’immagine creata dalla stampa internazionale. E’ da ricordare, tuttavia, che tutte le più grandi aziende che operano nel campo dell’elettronica di consumo (HP e Sony solo per citarne alcune), affidano la produzione dei gadget tecnologici al colosso cinese.
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