Cittadini Europei per il Pluralismo e la Libertà dei Media.
E’ partita da febbraio 2013 una nuova iniziativa che vede impegnati i cittadini europei per difendere la libertà di informazione, Pluralismo e la Libertà dei Media. nei paesi dell’Unione. Nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea infatti viene espressamente garantita la “libertà di espressione del pensiero e la libertà d’informazione”.
Tale libertà non deve essere intesa unicamente in senso attivo, ovvero come diritto a diffondere e comunicare agli altri informazioni, idee, opinioni, ecc., ma anche e soprattutto in senso passivo e riflessivo, cioè come diritto a ricevere informazioni e come facoltà di attivarsi per ricercare e acquisire notizie. E’ chiaro che il pieno esercizio di tale diritto presuppone che sia rispettato e garantito il pluralismo dei media e la loro libertà dalle ingerenze da parte delle autorità pubbliche e politiche del paese in cui operano. Pluralismo che, interpretando l’art. 21 della nostra Costituzione, deve essere presente sotto varie forme: un pluralismo interno, che comporti l’apertura del mezzo informativo alle diverse voci, opinioni, tendenze del paese e un pluralismo esterno, che garantisca una reale concorrenza tra singoli o imprese operanti nel settore dell’informazione. Per lungo tempo il tema dell’informazione è stato messo in secondo piano sia a livello nazionale sia a livello europeo, perché ci si è occupati di problemi più urgenti e direttamente incombenti sulla vita dei cittadini; ma adesso sono i cittadini stessi che portano in primo piano la necessità di una informazione e di un sistema mediatico realmente liberi. Dietro a tale necessità infatti, si nasconde un valore ben più grande: la formazione di un’opinione pubblica partecipe e consapevole, che è la base per il buon funzionamento di una democrazia.
Ecco perché la nuova iniziativa per il Pluralismo dei media, non deve interessare solo le persone del settore o i cittadini particolarmente sensibili al tema, ma l’intera collettività, perché la libertà di informazione è un diritto spettante a ogni cittadino. Questa proposta potrà giungere sul tavolo della Commissione Europea ed eventualmente essere seguita da un atto legislativo dell’Unione se riceverà il sostegno di almeno un milione di firmatari appartenenti ad almeno un quarto degli stati membri.(ad oggi, il numero di paesi richiesto è quindi sette, essendo ventisette i paesi aderenti all’Unione). Questo importante e prezioso strumento di partecipazione democratica è stato introdotto col Trattato di Lisbona (2007) ed è entrato in vigore nell’’aprile del 2012.
Le firme possono essere raccolte fino al 1 novembre 2013 a questo link. Ecco i punti dell’iniziativa:
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Una legislazione efficace per evitare la concentrazione della proprietà dei media e della pubblicità;
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una garanzia di indipendenza degli organi di controllo rispetto al potere politico;
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la definizione del conflitto di interessi per evitare che i magnati dei mezzi di informazione occupino alte cariche politiche;
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sistemi di monitoraggio europei più chiari per verificare con regolarità lo stato di salute e l’indipendenza dei media negli Stati Membri.
Si legge inoltre sul sito dedicato
“L’Italia per troppo tempo è stata un esempio negativo, con un servizio pubblico radiotelevisivo assoggettato alla politica, oltre alla commistione del potere economico, politico e mediatico consentita per legge, legittimando così un conflitto d’interesse senza pari al mondo. E purtroppo abbiamo fatto scuola: il peggioramento della normativa nel nostro paese è stato seguito da mosse restrittive anche in altri, come l’Ungheria, la Bulgaria e la Romania. Anche in un paese con un sistema mediatico maturo come la Gran Bretagna, le inchieste in corso sul gruppo Murdoch stanno dimostrando come è la democrazia a soffrire in situazioni di concentrazione eccessiva dei media.”
Ciò che i cittadini europei rivendicano quindi, non è unicamente il diritto ad una libera informazione, ma anche il loro più profondo diritto alla democrazia.