Cronaca

Una lettera lanciata in cielo

lettera

Scriverti una lettera, non è una cosa facile, con questa penna in mano mi sento così fragile.

Non so se mai la leggerai, io sono andato all’ufficio postale per metterla nella casella, era divisa in due: “Roma e provincia” e “per tutte le altre destinazioni”, ovviamente l’ho imbucata in “per tutte le altre destinazioni” sperando che anche il posto in cui sei tu rientri in ” per tutte le altre destinazioni”. Una copia la metterò in una bottiglia che lascerò galleggiare in mare, sperando arrivi. E l’ultima la pubblico qui su Internet, che chissà che mezzi stratosferici avete voi lì..

Oggi sono due anni che te ne sei andato, eppure tra gli amici si parla sempre di te, come se fossi qui a ridere insieme.
Io non so se lì in alto avete modo di sapere se uno qui vi pensa o no, in ogni caso sarei fregato, purtroppo non riesco a passare a trovarti tanto quanto mi ero ripromesso di farlo, la musica mi toglie tanto tempo però gli Eroi vanno bene, so che saresti fiero di noi, chissà se la nostra penna che ti ho messo lì dentro la stai usando per scrivere canzoni.

Oh, detto tra noi, quanto era stronza quella dell’agenzia quel giorno? Aveva fretta e per poco quasi non riuscivo neanche a stringerti la mano per l’ultima volta, se avessi potuto parlare l’avremmo presa in giro come tante altre.
Non ti sei proprio perso niente sai? Qui il mondo va contromano. Il Presidente del Consiglio non si sa chi è, e tra i nomi c’è quello di un comico con il cognome di un animaletto che salta. L’Inter va male, Cassano gioca nell’Inter e Balotelli nel Milan, impensabile. Giulia te la ricordi? Si è lasciata con quello, chissà che maledizione gli hai tirato, proprio ieri sera parlavamo di te, mi sa che alla fine gli piacevi.

Poi un giorno mi dirai invece lì in cielo come stanno messe.

La tua Mitsubishi Colt ce l’ha tuo papà, poverino la usa pochissimo e la tiene sempre pulita, tutto il contrario tuo. E tu che ti ostinavi a dire che era la versione “Evo” quando di Evo aveva solo l’adesivo che ci avevi messo.

Ora ti saluto, so che mi guardi sempre e che ci senti suonare.  Sono sicuro che in cielo passano gli Eroi.

 Alla fine di ogni concerto tengo il microfono in alto, con il braccio teso, per far cantare anche te, insieme come sempre.

penna eroi

Moretto

Scrive su SenzaBarcode dalle origini. Redattore, imprenditore

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