Marò. Immediato rientro a New Delhi
Marò, 21 marzo 2013 il rientro. Nel comunicato di Palazzo Ghigi:
“sulla base delle decisioni assunte dal Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica, il Governo italiano ha richiesto e ottenuto dalle autorità indiane l’assicurazione scritta riguardo al trattamento che sarà riservato ai marò e alla tutela dei loro diritti fondamentali. Alla luce delle ampie assicurazioni ricevute, il Governo ha deciso che torneranno in India domani”.
Il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, li accompagnerà già questa sera per essere all’ambasciata italiana di New Delhi domani mattina, residenza dei marò in India. Pare che siano servite 5 ore per convincere i fucilieri Massimiliano Latorre e Salvatore Girone –accusati di aver ucciso due marinai a febbraio 2012- a tornare anche se il nostro “uscente” presidente della Repubblica ha apprezzato il “senso di responsabilità” dimostrata dai marò , augurandosi un “sollecito, corretto riconoscimento delle loro ragioni”.
Si era dimostrato “disponibile” all’attesa il ministro della Giustizia indiano Ashwani Kumar che aveva dichiarato:
“I due militari possono ancora tornare in India entro il 22 marzo e, se accade, questa spiacevole situazione potrà essere sanata”
Perché, effettivamente, i marò dovevano far rientro in India dopo le elezioni politiche, ma l’11 marzo la notizia: i marò restano in Italia:
“L’Italia ha informato il Governo indiano che, stante la formale instaurazione di una controversia internazionale tra i due Stati, i fucilieri di Marina Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non faranno rientro in India alla scadenza del permesso loro concesso”, si legge in una nota della Farnesina. “La giurisdizione è italiana”, ha affermato il ministro degli Esteri, Giulio Terzi, in un messaggio su Twitter in cui spiega che il Paese è disponibile “a trovare soluzioni con l’India in sede internazionale” ma che, intanto, “i nostri marò restano in Italia”.
E in risposta all’annuncio del Governo l’India ha deciso di trattenere con la forza il nostro ambasciatore Daniele Mancini, privandolo dell’immunità e costringendolo sino al 2 aprile -giorno dell’udienza dei due marò. Come si comporterà adesso l’India? ritornano i marò e liberano Mancini -che pare fosse comunque libero ma privato di passaporto e con l’obbligo di informare le autorità di ogni suo spostamento.
Alla luce di questi sviluppi e della dichiarazione di Staffan De Mistura:
“La parola data da un italiano è sacra: noi avevamo sospeso” il loro rientro “in attesa che New Delhi garantisse alcune condizioni”.
e con la garanzia da parte dell’India “Il governo indiano ha garantito che non ci sarà la pena di morte nei loro confronti” ci saranno altri colpi di scena?