Politica

Pietro Grasso, la responsabilità di indicare un cambiamento

Pietro GrassoSpetta a Pietro Grasso lo scranno più alto del Senato. In ballottaggio con Schifani, alla quarta votazione, diventa presidente di Palazzo Madama con una dozzina di voti che portano alle prime spaccature i parlamentari Grillini, i quali, invocando la libertà di voto, hanno deciso di discostarsi dalla linea ufficiale di astensionismo del Movimento 5 Stelle, pur di garantire l’avvento della nuova legislatura. Legislatura che si apre con i Grillini traditori che fanno outing e Berlusconi che liquida l’importanza delle votazioni di Camera e Senato, auspicando nuove elezioni.

Per Pietro Grasso, che nello scorso Dicembre aveva presentato al Csm la richiesta di aspettativa dalla sua carica di procuratore antimafia, per potersi candidare alle elezioni politiche tra le fila del Partito Democratico, è scattato il caloroso applauso di Palazzo Madama per aver raggiunto la maggioranza relativa. Ex procuratore antimafia, 67 anni, è nato a Licata in provincia di Agrigento e ha iniziato la sua carriera in magistratura nel 1969. Diventato sostituto procuratore al Tribunale di Palermo, nel 1948 è stato nominato giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa Nostra. Successivamente nominato consulente della Commissione Antimafia, nel 1991 è divenuto procuratore aggiunto della Dia – direzione nazionale antimafia – coordinando le inchieste sulle stragi del 1992 e 1993. Dal 1993 al 2004 è stato procuratore della Repubblica di Palermo e nell’ottobre 2005 è stato nominato procuratore nazionale antimafia. Sotto la sua direzione sono state arrestate 1779 persone per reati di mafia e 13 superlatitanti. In seguito alle testimonianze del pentito di mafia Gaspare Spatuzza, Pietro Grasso ha deciso di riaprire le indagini sulle stragi del 92 -93, e si deve al suo intervento l’arresto di Leoluca Bagarella, cognato di Totò Riina. Pubblico ministero a capo del Senato, nel suo discorso di insediamento ha interpretato il pensiero comune, riconoscendo di far parte di una passaggio storico straordinario:

“Avendo la responsabilità di indicare un cambiamento possibile – ha detto Pietro Grasso – dobbiamo iniziare una nuova fase costituente che sappia stupire e stupirci, nei momenti più difficili – e ha aggiunto – noi Italiani abbiamo sempre saputo unirci, superare le difficoltà, trovare valori comuni e un sentire condiviso.”

Chiare nel suo intervento le priorità del suo mandato: “Ho sempre cercato verità e giustizia e continuerò a cercarle da questo scranno”, così, dopo aver ricordato il 35esimo anniversario della strage di via Fani, il rapimento di Aldo Moro e le vittime di mafia, ha chiesto nuova dignità e risorse per le forze dell’ordine e la magistratura, annunciando l’intenzione di istituire una commissione d’inchiesta su tutte le stragi irrisolte. Contrario al Processo Breve e alla riforma della Giustizia auspicata da Berlusconi, Pietro Grasso è stato criticato per un’intervista che rilasciò nel maggio 2012 nella trasmissione radiofonica “La Zanzara” in cui ringraziò pubblicamente Berlusconi

“per aver introdotto delle leggi che ci hanno consentito di sequestrare in tre anni moltissimi beni ai mafiosi”.

A questo proposito durante la puntata di ½ ora di Lucia Annunziata, andata in onda il 17 marzo, il segretario del Pdl Angelino Alfano, pur non potendo condividere l’idea della Sinistra di mettere un pubblico magistrato a capo del Senato, ha espresso il suo giudizio positivo nei confronti di Pietro Grasso:

“Ho un giudizio viziato in positivo da un rapporto anche personale. Un giudizio che è nato da una collaborazione, Grasso ha avuto l’onesta intellettuale di riconoscere che il governo Berlusconi ha fatto un contrasto alla mafia non fondato sulle chiacchiere…Poi che non lo abbiamo ritenuto un procuratore antimafia negativo siamo qui a dirlo”.

La XVII legislatura è ufficialmente aperta.

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