Quando il 12° uomo in campo si chiama ignoranza
Tra cori razzisti, saluti romani e presidenti infastiditi dai sacrosanti provvedimenti, il 12° uomo in campo è l’ignoranza.
Non possiamo fare altro che notare e confermare il fatto che il nostro amato campionato non è più il migliore, sotto molteplici aspetti. Una volta i campioni si mettevano in fila per giocare in Serie A, ora in fila troviamo solo ex-campioni che a 30/35 anni vengono a chiudere la carriera da noi. E non appena spunta un nuovo campione o un giovane interessante -magari italiano- è già pronto per andare a giocare all’estero. Il motivo principale di tutto questo è il lato economico: un regime fiscale non favorevole, stadi di proprietà assenti -ad eccezione della Juventus che, con il suo Juventus Stadium, inizia ad avere ricavi importanti- una mancanza di marketing e strategie che stanno portando la Serie A molto al di sotto degli altri campionati d’ Europa.
Tuttavia economia e marketing a parte, abbiamo un problema di cultura ed etica sportiva. Tanti gli episodi di razzismo ad esempio: ultimo in ordine di tempo l’ amichevole giocata tra Pro Patria e Milan il 3 gennaio 2013, quando alcuni “tifosi” prendono di mira Boateng con insulti e e fischi, fino a quando, al ventisettesimo, il giocatore rossonero esplode dalla rabbia e scaglia il pallone verso i delinquenti. La partita viene sospesa e la notizia fa il giro del mondo, con tanti personaggi dello sport e non solo che dichiarano la loro solidarietà a Boateng. Oltretutto in campionato, di tanto in tanto, sentiamo “sbucare” qualche multa nei confronti delle società, per cori razzisti e striscioni offensivi.
Nella giornata di ieri invece, la UEFA ha confermato le due gare a porte chiuse -giovedì infatti porte chiuse contro lo Stoccarda- ed una multa alla Lazio -nonostante il ricorso presentato- dopo che 300 ignoranti avevano fatto il saluto romano durante la partita di Europa League contro il Borussia Moenchengladbach.
A questo punto vi chiederete: cosa hanno fatto la società e i suoi tifosi dopo aver appreso questa notizia? Ebbene hanno reagito come solo in Italia sappiamo fare. I tifosi hanno esposto uno striscione vergognoso in campionato -altra multa in arrivo- contro il presidente della UEFA Michel Platini, storico campione della Juventus e della Nazionale francese, protagonista assoluto nel nostro campionato dal 1982 al 1987, facendo riferimento alla finale di Coppa Campioni vinta dalla Juventus nella serata maledetta dell’ Heysel il 29/05/1985. Decisamente fuori luogo, a mio avviso. Ora direte: va bene i tifosi, ma la società ha condannato in pieno questi gesti da ignorante… ebbene no.
Il presidente della Lazio Claudio Lotito parla di “provvedimento abnorme”, ed ancora “storia di una morte annunciata”, in riferimento all’esito del ricorso prodotto. Quando qualche uomo di calcio condannerà questi episodi senza lamentarsi e sfuggire alla triste realtà dei fatti? Viste le facce del nostro calcio, MAI.
Io mi chiedo se un giorno saremo in grado di evolverci, di avere rispetto per un’ altra maglia o per un altro colore di pelle. Mi chiedo anche se chi governa e gestisce il calcio sappia una volte per tutte cancellare questi episodi dalla nostra storia sportiva, così come ci sono riusciti in Inghilterra, Germania, Francia, Spagna e in altri campionati europei.
Quando il 12° uomo in campo saranno i tifosi, quelli con una sana cultura sportiva che incitano la squadra fino al 90° ed oltre senza offendere nessuno, e non l’ ignoranza? Attendiamo fiduciosi…