Pannella e poi Grillo e Gelli
Molte parole uniscono il lessico di Pannella e dei radicali a quello di Grillo e del Movimento 5 Stelle, la lotta alla partitocrazia ne è un esempio: ma bastano le parole a rendere simile il pensiero e l’agire di due leader, di due movimenti?
Negli interventi radicali c’è sempre stata, da decenni, la critica verso il sistema partitocratico: ovvero, la spartizione del potere tra partiti, al di fuori delle regole e da ogni controllo –pur essendoci regole e controlli-, e quindi invocando il rispetto della legge ed il funzionamento delle istituzioni. Pannella ha sempre criticato solo la persona che ricopre il ruolo istituzionale quando manca a quel ruolo, mai il ruolo istituzionale in quanto tale. Nell’ottica liberale la responsabilità, come nel diritto penale, è personale, e per questo è l’operato del singolo individuo che si censura, e dei partiti quando questi, con i loro organi dirigenti operano al di fuori della legge, delle regole!
L’ottica di Grillo – Casaleggio, o ciò che sembra sia arrivato come messaggio alla base, è la necessità di sovvertire le istituzioni così come oggi sono concepite, a partire dal parlamentarismo, e più o meno velatamente il senso dei discorsi spesso tende a questo: poiché il sistema è marcio va cambiato. Ma con cosa?
Sul come cambiare le soluzioni si fanno fumose da una parte e più chiare dall’altra. I radicali di Pannella da sempre sostengono la necessità di cambiare attraverso la riforma delle istituzioni in senso anglosassone, la famosa riforma americana delle istituzioni con elezione diretta del Presidente della Repubblica, sistema elettorale maggioritario uninominale, fine del finanziamento pubblico ai partiti, economia e società non inquinate dalla presenza dei partiti, e quindi esclusivo potere d’indirizzo della politica senza partecipazione diretta ed invasiva come avviene oggi: massimo rispetto per gli organi di garanzia democratica.
Per Grillo le cose si fanno più complicate, a parte un video che gira nella rete che viene riferito alla Casaleggio Associati, Gaia – The future of politics, un video sperimentale del 2008 che ipotizza possibili scenari del futuro, ma che si tiene a precisare non rispecchia in alcun modo le intenzioni o la volontà né di Casaleggio e né del Movimento 5 Stelle –ci si domanda, però, il motivo per cui è stato realizzato insieme ad altri video sull’evoluzione dei media-; per il resto le parole e l’indirizzo che si è dato a questo movimento grillino assomigliano più alla volontà di abbattere le istituzioni, per cambiare radicalmente la democrazia parlamentare con altro sistema che si ritiene più democratico, nessuna intermediazione tra il popolo e la volontà da esso espressa: una visione “eversiva” decisa ad ottenere la maggioranza sufficiente a cambiare, si suppone, l’attuale forma istituzionale (il parlamentarismo) con qualcosa di migliore. Di fatto ciò giustifica un messaggio chiaro del Leader a cinque stelle:
“Qualora ci fosse un voto di fiducia dei gruppi parlamentari del Movimento 5 Stelle a chi ha distrutto l’Italia, serenamente mi ritirerò dalla politica”.
Se vogliamo fare un paragone si può risalire indietro nella storia della nostra Repubblica al famoso piano di rinascita democratica in una delle sue tante forme, attribuito alla Loggia P2, in cui si trovano alcuni dei cavalli di battaglia della politica pannelliana e radicale. Ma il primo era, appunto, eversivo, l’altro aveva in mente il cambiamento politico dell’Italia attraverso lo strumento democratico parlamentare, mantenendo massimo rispetto per quelle istituzioni che garantivano il dibattito democratico, rafforzandone l’agire e non svilendone la forma ed i contenuti.