Politica

Governo si, governo no.

Governo si o noGoverno si, governo no, è la domanda che assilla tutti.  Ad ormai due settimane dallo spoglio elettorale, il   Paese si ritrova in una confusione mai vista prima. Mi spiace dover dare ragione ai “vecchi partiti”, ma a mio avviso, la politica, è realmente una cosa seria, e non una soap opera da quattro soldi.

Non è concepibile chiedere alla popolazione di sostenere un progetto -poco chiaro- e poi non voler votare la fiducia e quindi impedire che si possa iniziare a lavorare seriamente. I grillini hanno sempre parlato di democrazia dal basso, ma quello a cui stiamo assistendo non ha nulla a che vedere neanche con un suo sinonimo. Il capo assoluto non rilascia dichiarazioni alla stampa, ma twitta frasi che lasciano poco spazio alle repliche: “Qualora ci fosse un voto di fiducia dei gruppi parlamentari del M5S a chi ha distrutto l’Italia, serenamente, mi ritirerò dalla politica”.  Posizione sostenuta, inevitabilmente, anche dal Sig. Casaleggio.

Non si lascia il minimo spazio ad un referendum interno, né ci è dato sapere cosa pensano i 163 esponenti eletti nel Movimento 5 stelle. Crimani, dal “basso” dei suoi 26 anni, ha provato a fare un discorso responsabile prima della riunione indetta presso l’hotel dell’Eur: “ un Governo va fatto, se no non va avanti il Paese”, ma è stato prontamente smentito dalla Lombardi.

Questa chiusura totale verso i mezzi di informazione continua ad avere un retrogusto di bruciato. I due portavoce –Crimi e Lombardi– mantengono le posizioni del capo e continuano a ribadire la poesia imparata da noi tutti ormai a memoria: “nessuna alleanza con il PD”.

Aggiungono però che se la guida del Paese fosse affidata a loro -ignorando in questo modo i risultati, e quindi la scelta dei votanti, che sì non vedono una vittoria schiacciante di alcun partito, ma che numericamente danno la maggioranza al PD- sarebbero disposti a ricercare alleanze e collaborazioni con gli altri partiti.

Anche sul nome della persona che andrebbe a guidare il Governo “a 5 stelle” non trapela niente. Si punta sul “programma” e non sulle facce, ma si ignora, volutamente o meno, la rilevanza che ha chi riveste un ruolo del genere, soprattutto in ambito internazionale. I mercati non fanno altro che sottolineare questo punto. Quale investitore con un po’ di sale in zucca deciderebbe infatti di investire in un Paese senza guida e senza faccia?

Si vorrebbe lasciare al web, con un blog, anche questa decisione, ma veramente si pensa che il Televoto da casa possa servire a gestire un Paese nel modo migliore?

Tra le proposte più assurde ci tengo a sottolineare quella del Sig. Di Battista, deputato del Movimento, che proponeva una pseudo marcia da Piazza del Popolo, fino a Palazzo Madama. Rimbombano nella mia mente episodi che fortunatamente ho dovuto leggere solo nei libri di storia, ma che inevitabilmente fanno sorgere in me la preoccupazione che forse la memoria degli italiani non superi i 50 anni di storia. La proposta verrà poi bocciata non perché stupida e pericolosa, ma solo perché rischia di accostare ancora di più il movimento di Grillo a Casa Pound, con il rischio che possa essere tolto il prosciutto dagli occhi di qualche simpatizzante che fino ad un anno fa dichiarava il suo appoggio alla sinistra.

Ultimo punto di discussione, sul quale però questa volta i neoeletti non trovano un accordo, è quella sulla retribuzione di ogni parlamentare. Non si può certo dimenticare che l’intera campagna elettorale sia stata basata sulla retribuzione netta, massima, di € 2.500,00. Gli italiani però sono bravi, e questo lo sappiamo, a far la legge ed a trovare la scappatoia.

Si è parlato di stipendio netto di € 2.500,00, mica di ridurre diaria e indennizzi. Loro sono parlamentari, non Francescani

Questa decisione viene però lasciata alla commissione indennità…  Meglio non chiedere a chi è rimasto fuori dal parlamento cosa sarebbe meglio fare…

E qui devo per forza citare un proverbio calabrese “ I denti, su chiu vicini d’i parenti”.

Marika Massara

Nata e cresciuta in provincia di Milano, emigrata in Calabria, adottata da Roma, non posso che definirmi italiana. Amo la mia Calabria, il mare d'inverno e il Rock. Da sempre attenta alla politica (più che ai politici), non posso che definirmi assolutamente di sinistra. Segni particolari: Milanista sfegatata.

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