Cronaca

Peccatori "che mai non fur vivi" se lo stalker fosse donna?

uomo vittima di stalkingLo stalker è una figura di recente introduzione, ma che da tempi lontani rappresenta l’endemica malattia di molte società.

Uomo o donna che sia, il persecutore ha una visione distorta dell’ amore e confonde il sentimento con il possesso, decide allora,  volontariamente, di procurare paura, angoscia, isolamento. Si sente parlare spesso di stalker di sesso maschile che, con i loro atteggiamenti aggressivi e violenti, fanno naufragare vite indifese. Di difficile individuazione, perché figura più sporadica, è quella “della” stalker, ovvero della donna che perseguita, minaccia, o uccide per amore, per quella forma di amore distorto che non conserva assolutamente nulla di puro. Molti, e sottovalutati, sono i casi in cui a subire le conseguenze di un’amante ossessiva sia proprio un uomo.

Presumibilmente dalle donne, per una visione popolare di “angelo del focolare” ancora radicata in alcuni contesti, non ci si aspetta comportamenti persecutori di alcun genere. Inoltre è più attaccabile da un ipotetico molestatore poiché più fragile emotivamente e soprattutto più debole fisicamente in caso di abuso. Non si deve dimenticare però che lo Stalking è una forma di violenza psicologica che anche una donna può mettere in pratica nel momento in cui riceve un rifiuto o si sente abbandonata, o ancora, nutre ossessione nei confronti di un’altra persona. E, ancora, vi sono donne che non sopportano un tradimento, che non riescono a darsi pace per la fine di una relazione, iniziano così le loro minacce con sms, telefonate o danneggiando auto o, ancora, pedinando la loro vittima in ogni momento della giornata. Insomma, non pochi sono i casi di violenza “in rosa”.

Non molto lontana è, per esempio, la storia di una donna che progettò meticolosamente l’omicidio del marito, che farà uccidere dal suo amante. Ultimo gesto, estremo, di una lunga catena di persecuzioni e violenze psicologiche. Quindi, forte amore che, ancora una volta, si trasforma in grande odio. Quello che viene da chiedersi è se la stalker, in quanto donna, sia in grado di empatizzare con la vittima o se, del tutto arbitrariamente, decida di ingenerare paura e ansia nella stessa, decida, in casi estremi, di uccidere. Ciò che non pone dubbi è che lo stalker, sia esso uomo che donna, è un soggetto non in grado di tollerare l’ abbandono, la separazione e diventa, nella peggiore delle ipotesi, carnefice della persona amata. Probabilmente Dante Alighieri, avrebbe collocato gli/ le stalker nell’Antinferno; qui infatti l’Autore incontra gli ignavi, ovvero i peccatori che durante la loro vita agirono sempre e solo per viltà, anime disperate, dunque, che rischiano di diventare dannate.

Se a muovere pregiudizi è la morale, a fare chiarezza è , invece, la giustizia. Per fortuna, quindi, se lo stalker vive nell’ombra e si nasconde nella sua mente criminale, la giurisprudenza, viceversa, alla luce del sole, condanna severamente atteggiamenti aggressivi, sia di un uomo che di una donna, che sfociano nel cosiddetto reato di Stalking  Vero è che si tende spesso ad esagerare nella valutazione di atti persecutori tanto da sentir parlare di “Stalking condominiale”, per citarne una.

Dunque, come in tutte le cose, è necessario dare il giusto peso alle parole e rivalutare il valore della tolleranza.

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