Lucio, che a ballare non sembra un cavallo
Marco, invece, a ballare sembra un cavallo.
E questa è una delle frasi che ha regalato più immagini alla mia malata mente.
Mi immaginavo questo cavallo, di nome Marco, che provava a ballare, un po’ come i cavalli di Cenerentola. E poi immaginavo un ragazzo, che con un zoccolo di ferro al collo provava a muoversi, ma non ci riusciva.
Lei arrivava sempre dopo, di una bellezza eterea, filiforme, lei
bello sguardo
sguardo che ogni giorno
perde qualcosa
Sì, perché alla fine si aspettava l’arrivo della donzella per dare una svolta alla canzone. Ma non era sempre così con Lucio.
Ci sono anche quelli di Berlino che si perdono in centro a Bologna, per poi finire in metro a Milano, oppure a cercare affetto in Piazza Grande, canzone che provoca la pelle d’ oca anche alle insensibili come me.
Puoi sentire le profondità del mare, cercare un gigante quando sei bambina, o scappare dal lupo, che però tanta paura non fa più. E la sua voce, è subito abbinata al suo sguardo, al suo viso, alla sua barba. Al suo modo di muoversi sul palco.
A colui che ha avvicinato tutti senza dimenticare nessuno, che toglieva ogni minimo dubbio sul da farsi, che se c’era una canzone da dedicare, era una delle sue, c’è da dire grazie.
Perché Lucio era un visionario, perché aveva sempre qualcosa da dire, e perché lo diceva bene.
Così, a un anno dalla tua scomparsa, ti ascolto come se tu fossi ancora qui, speranzosa di poterti un giorno incontrare.
a me tutto sembri tranne che insensibile… ho avuto la fortuna di vedere un suo concerto ( con de gregori) prima che morisse… uno gnomo con una personalità grande quanto il mondo… grazie per avermelo fatto ricordare con il sorriso sulle labbra
a me tutto sembri tranne che insensibile… ho avuto la fortuna di vedere un suo concerto ( con de gregori) prima che morisse… uno gnomo con una personalità grande quanto il mondo… grazie per avermelo fatto ricordare con il sorriso sulle labbra