Foce del Tevere. Alemanno promette, ma non si torna a casa
C’è chi ha una casa e si lamenta dell’Imu da pagare e chi casa non ce l’ha ma gli arrivano le bollette. Succede a Roma.
Il 23 febbraio del 2010, l‘Idroscalo Romano, per ordine del sindaco di Roma, fu evacuato dalla polizia municipale per tutela della pubblica incolumità, a causa del rischio di esondazione.
Non avvenne alcuna calamità, ma molte abitazioni, case di una vita, furono abbattute. La comunità Foce del Tevere racconta “quando si entra con un’ordinanza della protezione civile, al momento della fine dell’emergenza si torna a casa”.
Ma non fu così, le case non c’erano più.
Le famiglie rimaste senza vengono da allora passate da un residence all’altro perché non appartenendo a nessuna “categoria” definita, non sono state – ancora – inserite in alcuna graduatoria per l’assegnamento di case popolari, la cui lista di attesa è lunga quattordici anni.
Alemanno, nel 2011 promise loro nuove abitazioni, ma da allora non si è saputo più nulla.
Qualche mese fa hanno trascorso il terzo Natale dentro un residence, dove non possono ricevere visite dopo un certo orario e non possono assentarsi per più di tre giorni senza certificazioni.
Quest’anno, per loro, c’è stato anche un bel regalo, sono arrivate la bollette per quelle case che non hanno più.
Le trentaquattro famiglie hanno infatti ricevuto un from da compilare per la redazione dei contratti nominativi, da trasmettere agli enti interessati atti al pagamento delle utenze; ma, una casa, non si sa quando la vedranno.