Cronaca

Il Blogger e la disoccupata …

Una storia comune, di ordinario forte disagio, da leggere, in silenzio.

giustaC’era una volta un blogger, che stava aspettando l’autobus.

Una mattinata fredda, è ancora buio e c’è anche nebbia. In quella stessa fermata c’è anche un’altra persona. Una donna. Una donna che porta i segni della sofferenza, un volto fiero, forte, lineamenti marcati, sulla cinquantina direi, ma con lo sguardo spento, quasi assente. Passano i minuti e l’autobus non arriva. Il blogger rivolgendosi alla signora accenna al ritardo. Lei alza le spalle, come per dire: che ci vuoi fare? Si gira dall’altra parte, poi di nuovo verso il blogger ed inizia a parlare.
Parla del caos che regna in politica e della sua situazione personale.

“Non se ne può più, siamo alla frutta, è un disastro totale. Maledetti. Mille volte maledetti. Ci hanno spolpato vivi e non ci hanno lasciato nemmeno il lavoro. L’ho perso diversi mesi fa e non so come andare avanti. Ho un marito, disoccupato anche lui e due figli e sono disperata”.

Il blogger annuisce. E risponde  “Bisogna tener duro“.
E la signora “Ma che ne sai? Lo sai come facciamo ad andare avanti? Non si esce di casa, non si compra più niente, non si va più da nessuna parte e si risparmia anche sul mangiare, a volte salto anche i pasti per far mangiare i miei figli”.

Ma che ne sai? “- continua la signora. Si gira e si rigira nervosa e va avanti ed indietro; ed in quel lento e veloce rigirarsi il blogger legge una rabbia ed uno sconforto assoluti.
“Lo sai che sto rinunciando quasi a vivere? Lo sai che questo mese siamo stati al compro oro ed abbiamo venduto quelle poche cose che avevamo, legate ai nostri ricordi, strappati per quattro soldi che non ci basteranno neanche per un altro mese?
Lo sai che ho mandato centinaia di curricula e non mi ha mai risposto nessuno? Eppure di cose ne so fare, maledizione.”

Il blogger ascolta in silenzio e la guarda in volto. E’ da una cosa, che si legge una grande tristezza: quel velo, quel velo negli occhi, come una lacrima stampata sulle pupille; quel velo è un segno inconfondibile della sofferenza e della rassegnazione.
E, rispondendo a questa signora:

“Lo so, hai ragione. Ma bisogna tener duro, come ti dicevo, devi resistere, lo so che a parole sembra facile, ma tu almeno fallo per i tuoi figli, non ti arrendere mai, glielo devi, loro hanno te come esempio, non li puoi deludere, non te lo perdonerebbero mai. Non li abbandonare. Hai una famiglia? Bene, hai l’amore di una famiglia! Questa è l’unica cosa che può tenere uniti. L’amore e la speranza, senza stare a guardare, ad aspettare ma cercando comunque sempre una soluzione alternativa che possa permettere di vivere, oggi, domani, dopodomani. Non ti fermare mai a pensare, ma cerca, battiti nell’arena, per te stessa, per i tuoi figli, per tuo marito. Non abbandonarli. Non farlo mai”!

E lei, che fino a quel momento ascoltava quasi senza sentire, guardando qua e là… alza il suo viso, lo fissa negli occhi, e rimane a guardare il volto del blogger. Passano pochi secondi, interminabili… C’è un silenzio irreale, sembra quasi che il tempo si sia fermato…

Il viso della signora quasi si distende, quelle rughe cedono per un attimo ad una specie di rilassamento, quando, riconosce qualcosa nel volto del blogger; ha trovato il velo, quello stesso velo. Quel velo che sta più nascosto, più celato del suo, ma in qualche modo lo ha letto. Accennando a bassa voce:
“Non mi dire che anche tu?”…
Il blogger annuisce e rispondendo anche lui a bassa voce:

“E’ dura.Ma ce la faremo. Ti va di fare due passi?”

La signora lo guarda, si alza. Lentamente lo affianca.

E’ ancora mattino presto, si sono appena spente le luci sulla strada. Li vedo allontanarsi nella nebbia. Scompaiono.

Ce la faranno. Ne sono sicuro.

Cosa ne pensi?

error: Condividi, non copiare!