Incontri ravvicinati di un certo tipo
Ieri ero alla Feltrinelli a perdermi tra vecchi e nuovi vinili quando alzando lo sguardo ho incrociato quello di Nanni Moretti. Ovviamente non gli ho rivolto mezza parola, mi intimorisce pensare di essere banale, e non si può che esserlo se ti avvicini ad una persona che conosci solo per il lavoro che ha fatto. Sarei finito col chiedergli di Ecce Bombo.
In ogni caso l’ho guardato per qualche minuto interessato, si aggirava tra i classici e le scarse novità che vengono fuori guarda caso per Natale, aveva un’aria disinteressata, stanca, sfogliava velocemente e senza leggere alcuni testi presi a caso. O perlomeno questo mi è sembrato.
Tornato tra i miei vinili ho pensato a quanto la Musica possa influenzare il lavoro, che lo si possa definire arte o meno, perché il cinema è senz’altro lavoro, tanto quanto quello del lattaio, del tassista, del medico e del pilota di aerei.
Proprio il cinema sembra essere casa per la Musica, come sarebbero alcune scene senza di essa? Immaginate di vedere Il favoloso mondo di Amélie senza il pianoforte di Yann Tiersen, o le pellicole di Kusturica senza Goran Bregovic… sarebbero film diversi, troppo diversi, anche se qualche eccezione esiste: i fratelli Coen hanno girato tutto Non è un paese per vecchi senza nemmeno accennare una nota. Benedetti geni.
Avevo tra le mani Thick as a Brick, per me il capolavoro definitivo dei Jethro Tull, e per forza di cose mi son ritrovato a pensare al giornalismo, di sicuro perché la copertina è la prima pagina di un quotidiano immaginario che riporta i testi e titolo dell’album mischiati tra tanti altri articoli, ma anche perché son convinto che scrivere viene meglio se lo si fa ascoltando buona Musica, ed è così per qualsiasi altra cosa.
Sarebbe incredibilmente bello avere una colonna sonora per qualsiasi momento…
Fare un giro in centro a passo spedito sulle note di So far away dei Dire Straits, cercare riparo dalla pioggia con Pink Moon di Nick Drake, tornare a casa stanco e farsi cullare da una ballata degli Who… e non parlo della playlist che ci portiamo dietro stipata nei megabyte dei nostri lettori, parlo di una cosa che non esiste, della Musica che spontanea viene a trovarti. Come quando passa una macchina veloce e senti per pochi secondi quel pezzo che ti ricorda chissà quale momento andato.
Ho perso Moretti, non lo vedo più. Andrò anch’io, fantasticherò sulla strada del ritorno fischiettando qualcosa e rimangiandomi i pensieri fatti… d’altronde in tanti lo scrissero prima di me…“La Musica è essenzialmente inutile, come la vita”.