Nuovo scandalo nel Lazio. Zingaretti e la trasparenza!
Per gli eletti in Provincia è possibile far gravare sull’ente gli stipendi e i contributi, ottenendo così un rimborso verso i datori di lavoro. Niente di male, fino a che i lavori e i rispettivi datori sono effettivi, fino a che non si organizza una truffa. Attualmente la procura di Roma sta indagando su 18 consiglieri della Provincia, di schieramenti diversi, rei di essersi fatti assumere, poco prima delle elezioni, da società compiacenti nelle quali non hanno mai lavorato, per poi chiedere alla Provincia un lauto rimborso per le stesse società. Una cifra su tutte, nel 2009 la cifra chiesta è stata di 779216,71 euro.
Nicola Zingaretti, presidente della Provincia di Roma, e candidato governatore del Lazio per il centrosinistra, potrebbe essere coinvolto in questo meccanismo.
Può far sorridere: dopo il recente scandalo Fiorito-Maruccio, Zingaretti, che porta avanti la campagna elettorale con lo slogan Immagina un nuovo inizio, è stato trovato con le mani sporche? Sorridere sì, ma sorridere amaro.
Nel suo programma leggiamo la promessa di una «rivoluzione della trasparenza per offrire ai cittadini la possibilità di controllare direttamente ogni passaggio della vita amministrativa». Proprio in nome di quella stessa trasparenza vi enuncio alcune date. Lo voglio fare semplicemente e schematicamente, come quei bigliettini per il compito di storia alle superiori; ho in mente lo stesso fine: estrema chiarezza.
2008: Zingaretti è Europarlamentare
15 Febbraio 2008: Zingaretti viene assunto dal Comitato Provvisorio Lazio con uno stipendio di 8000 euro al mese. Non ci è dato da sapere né quanto fosse il suo precedente stipendio, né se si recasse affettivamente a lavoro.
16 febbraio 2008: il giorno seguente Zingaretti ha accettato la candidatura a Presidente dalla Provincia di Roma. Fu poi eletto e in un certo qual modo fu una sfortuna: il presidente è l’unico ad avere un’indennità, il rimborso coprì solamente i contributi e il Tfr. La cifra ammontò a 100mila euro.
Questa dubbia storia è stata denunciata da Rossodivita, avvocato e candidato governatore al Lazio per la lista “Amnistia Giustizia e Libertà”, con un esposto alla procura di Roma a nome di Marco Pannella. Ricordiamo che noi di Senza Barcode abbiamo incontrato Rossodivita, il 2 Febbraio, alla conferenza stampa di presentazione delle liste con oggetto I Fondi del Gruppo Radicale alla Regione Lazio, “la trasparenza tra chi la immagina e chi la pratica”. Ricordiamo anche che, durante la stessa, in nome della trasparenza, il gruppo Radicale ha distribuito ai giornalisti il saldo del proprio conto in banca.
Questi i fatti. Passiamo ora alle polemiche.
La notizia è stata diffusa Lunedì 11 febbraio dal Corriere. Velocissime le dichiarazioni, indignate, di alcuni esponenti del Pdl. Eccone alcune
Zingaretti faccia uno sforzo di immaginazione: sia serio e chiarisca.[…] Per una volta, rinunci a far rispondere pupazzi e pupazzetti e parli lui, in prima persona, senza fare la saponetta come al suo solito […] Se non se la sente, non è un problema: vada a casa. Lo stipendio ce l’ha: paga il PD. O la Provincia?
Ugo Cassone, consigliere Pdl di Roma
Dal punto di vista giudiziario, siamo certi che la Procura sarà molto attenta nel valutare questa denuncia che apre, comunque, uno scenario inquietante sui bancomat a disposizione del PD, dopo quello di Mps.[…] Zingaretti non è personaggio noto,neanche fra i giornalisti, per rispondere a domande scomode.
Barbara Saltamartini, deputata Pdl
Non vogliamo piu’ immaginare Zingaretti, lo vogliamo vedere. E ascoltare. Non puo’ sottrarsi dallo spiegare la sua assunzione a tempo indeterminato nel comitato provvisorio Pd del Lazio, il giorno prima della sua candidatura alla carica di presidente della Provincia, che ha costretto poi l’ente a pagare con soldi dei cittadini contributi e Tfr per circa centomila euro.
Luca Gramazio, capogruppo Pdl al Comune di Roma
Il giorno successivo è la volta delle dichiarazioni di Zingaretti.
Il Presidente della Provincia da sempre non riceve un salario, ma un’indennità di carica fissa di circa 5mila euro al
mese, come previsto dalla legge. L’ente rimborsa esclusivamente i contributi previdenziali agli eventuali datori di lavoro degli eletti, nulla a che vedere con il meccanismo dei rimborsi degli stipendi dei consiglieri provinciali. La mia dichiarazione dei redditi è sempre stata online sul sito internet della Provincia di Roma e la questione oggi sollevata dal Partito Radicale sulla stampa è già stata oggetto di una risposta esauriente ad un’interrogazione del gruppo consigliare Pdl della Provincia di Roma in data 2 aprile 2009. Nella mia vita sono stato prima dipendente della Sinistra Giovanile, a partire dal 1991, e, successivamente, del Pds, poi dei Ds e, dalla sua costituzione, del Partito Democratico, in maniera continuativa con assunzioni e riassunzioni determinate dai processi politici e dalle conseguenti trasformazioni
giuridiche della ragione sociale del partito in cui milito. In particolare, nell’autunno del 2007 sono stato fondatore del Partito Democratico ed eletto segretario regionale dopo le elezioni primarie ottenendo 282mila voti dei cittadini. In virtù di questa elezione e della fondazione del Pd si è avviato un percorso che ha visto confluire i Democratici di Sinistra nella costituzione del Comitato Provvisorio del Partito Democratico del Lazio, da cui sono stato in seguito assunto così come avvenuto per tutti gli altri dipendenti in tutta Italia. Nella vicenda sollevata non c’è quindi alcunché di anormale né, tanto meno, alcunché di illegale. L’iniziativa del Partito Radicale si prefigura quindi come un osceno tentativo di
discredito di una persona perbene, una macchina del fango in piena campagna elettorale. Per questo ho dato mandato ai miei legali di presentare una querela per diffamazione. Rimane il rammarico che una storia di identità e di battaglie politiche e civili, come quella del Partito Radicale, venga rovinata da una pagina così falsa, strumentale e vergognosa.
Il suo comportamento è o meno cristallino? Ai posteri l’ardua sentenza.