Cronaca

Gli auguri quando nessuno fa più gli auguri

imagesIn Italia è facile, diciamo “Buon Natale” e il nostro interlocutore ha capito certamente il messaggio. Ma altrove non è così semplice. Nel Regno Unito, per esempio. Merry Christmas o Happy Christmas?
Merry Christmas è più diffuso nel mondo, pensiamo ai biglietti di auguri che spopolano anche da noi, ma Happy -felice- in fondo sembrerebbe più appropriato di Merry -il cui significato originario era piacevole-.

Perché?

Il motivo va ricercato nella trasformazione della lingua inglese nel corso della storia.
Nel medioevo nella Bibbia di Wycliffe e in quella del Re Giacomo merry per la prima volta viene collegato a un festeggiamento e assume il significato di allegro.

[…] il suo cuore era allegro -merry- poiché era molto ubriaco.

Da questo momento in poi il termine fu associato al vino.

Il collegamento con il vino e con l’ebrezza continuò e nell’Ottocento arrivò a indicare la sfrenatezza delle feste popolari, sostituendosi ad happy.
Al Natale fu associato, nobilitandolo, da Dickens che nel Canto di Natale del 1843 fece pronunciare a Scrooge l’espressione “Merry Christmas” mentre una famosa poesia, scritta da Clement Moore nel 1823, A visit from St. Nicholas, che si chiudeva con “Happy Christmas to all” fu modificata in “Merry Christmas to all”.
Semepre del 1843 è il primo biglietto di auguri natalizi, che recita “A merry Christmas and a happy new year to you”.

Nonostante ciò durante l’epoca vittoriana non venne dimenticata la sfumatura popolare del termine e le classi medio-alte continuarono ad usare Happy. Ancora oggi, mentre negli altri paesi anglofoni “Merry Christmas” è l’espressione più utilizzata, il Regno Unito rimane ancorato alla tradizione puritana e laRegina Elisabetta ogni anno augura ai suoi sudditi “Happy Christmas”.

In ogni caso, e con qualsiasi termine voi preferiate, tanti auguri da parte di Senza Barcode.

Sheyla Bobba

Classe 1978. Appassionata di comunicazione e informazione fin da bambina. Non ha ancora 10 anni quando chiede una macchina da scrivere come regalo per il sogno di fare la giornalista. A 17 anni incontra un banchetto del Partito Radicale con militanti impegnati nella raccolta firme per l’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti e decide che avrebbe fatto comunicazione e informazione, ma senza tesserino. Diventa Blogger e, dopo un po’ d’inchiostro e font, prende vita il magazine online SenzaBarcode.it Qualche tempo dopo voleva una voce e ha creato l’omonima WebRadio. Con SBS Edizioni & Promozione si occupa di promozione editoriale e pubblicazione. Antipatica per vocazione. Innamorata di suo marito. Uno dei complimenti che preferisce è “sei tutta tuo padre”.

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