Arte e potere
Binomio denso che può essere declinato in mille modi.
Da sempre, in ogni sua forma, l’arte quando non è fine a sé stessa, è o per il potere, o contro il potere. Guardando alla storia molti esempi si ritrovano, nell’uno e nell’altro senso.
Tornano in mente i Signori rinascimentali che nelle loro corti si circondavano di artisti; quali non potevano far altro, ovviamente, che adularli.
Ma pensiamo anche al grande Barocco romano che ha visto i migliori artisti del tempo supportare laChiesa con le loro opere. E al di là delle implicazioni morali, tali opere sono splendide e costituiscono una parte significativa del patrimonio architettonico italiano.
Per venire a esempi più recenti, il vincitore del premio Nobel della letteratura di quest’anno, Mo Yan, durante la cerimonia di premiazione ha affermato che la censura è necessaria. Suscitando ovviamente acese polemiche. Molti altri vincitori di tale premio, infatti, che scrivevano in difesa dei diritti umani e in nome della libertà, sono stati, per questo, censurati dai rispettivi governi.
Gli scrittori che hanno fatto della loro carriera una battaglia per questi temi, o che, nelle loro opere, hanno implicitamente criticato il potere non si contano. tra essi è doveroso citare autori famosissimi quali Orwell con La Fattoria degli Animali e 1984, Bulgakov con Il Maestro e Margherita, Levi con Se questo è un Uomo, Anna Politkovskaja con i suoi articoli di denuncia sulla questione Cecena, e potrei continuare ad oltranza.
Non dimentichiamoci però della pittura.
Dal realismo di Courbet, che denuncia le condizioni degli umili, alla Libertà che guida il popolo diDelacroix -immagine-che inneggia alla rivoluzione del 1830 in Francia. Nell’elenco entrano anche Le conseguenze della guerra di Rubens, Il 3 Maggio di Goya e la celeberrima tela di Picasso, Guernica.
Ed è proprio Picasso che vorrei citare qui, con una frase che mi ha sempre colpito molto.
La pittura non è fatta per decorare gli appartamenti; è uno strumento di guerra offensivo e difensivo contro il nemico.
Tutto questo excursus per riflettere sulla mostra che si, fino al 17 Febbraio, è visitabile al Musée d’art moderne de la Ville de Paris dal titolo “L’art en guerre. France 1938-1947. De Picasso a Bobuffet”.
Il contenuto è abbastanza esplicito; il tema è tuttavia scottante.
Le reazioni degli artisti, sotto un regime o in una condizione di guerra, tra perseguitati, sostenitori e ignavi.
Forse oltre che scottante questo tema è quanto mai attuale.