Lazio, regione di sprechi
Per ora non si hanno notizie definitive di cure dimagranti sul fronte dei tagli alle istituzioni regionali.
Si parla di far saltare i 21 consulenti della Presidenza del Consiglio e di scalfire gli onorari e i compensi vari che ruotano intorno alla presidenza stessa, quali i 72 addetti alle segreterie.
Sul fronte delle Commissioni si è deciso di far saltare le tre «speciali» e, le 16 permanenti dovrebbero essere dimezzate; ma è bene aspettare la fine delle trattative.
Anche sul versante dei contributi ai gruppi consiliari si parla di tagli. Non ci saranno più contributi diretti – che da soli l’anno scorso hanno distribuito quasi 9 miliardi – ma ancora non si capisce bene che fine faranno gli stipendi – 10 milioni – per i 201 dipendenti regionali addetti alla cura delle attività dei gruppi politici.
Dai previsti tagli agli effettivi sprechi il passo è breve.
Spreco denaro pubblico – Secondo quanto anticipato da L’Espresso, sarebbe stata avviata un’istruttoria per danno erariale e spreco di denaro pubblico ad opera dell’amministrazione regionale. Al centro delle indagini c’è il conto “spese per la comunicazione dell’ente” utilizzato per finanziare le campagne sociali quali quella contro gli incendi boschivi, campagna partita alla fine dell’estate nel 2010, quella di 180mila euro per il “Dubai Natural & Organic Product Expo” ma soprattutto un’altra: “184mila e 300 euro finalizzati alla realizzazione di una campagna promozionale per gli sconti e abbonamenti ai mezzi pubblici dedicati agli under 30”.
Soprattutto poi nell’occhio dell’indagine sono finiti i fondi elargiti alle sagre paesane ed eventi promozionali. Spese sostenute per la realizzazione di alcune feste e sagre paesane come la“Rievocazione storica della battaglia di Lepanto”, il “Carosello storico dei nonni”, il “Latinum festival”, la “Sagra del Carciofo” e il “Museo della zampogna”.
Renata Polverini ha subito risposto alle accuse specificando che non c’è nessuna inchiesta, ma solo una richiesta, fatta agli uffici competenti, di visionare i conti degli ultimi cinque anni e di produrre tutta la documentazione necessaria riguardante le spese per sagre paesane, eventi e attività sportive.
La Polverini ha anche dichiarato di aver ridotto di molto le spese rispetto alla precedente gestione Marrazzo passando da 4,7 milioni di euro elargiti dalla vecchia amministrazione regionale a 1,9 milioni per quanto riguarda le sagre e gli eventi.
La spesa per i rifiuti – Un quadro disastroso sotto ogni punto di vista traspare dall’ultimo rapporto di Federambiente dove risulta che il Lazio è la seconda regione in Italia che spende più denaro pubblico nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani, l’80 percento dei quali viene smaltito in discarica senza alcun tipo di trattamento.
Dal 2000 a oggi le spese di smaltimento dei rifiuti sono aumentate di oltre il 76 percento. L’importo per la gestione dei rifiuti solidi urbani, nel Lazio, è pari a 1/8 di quello sostenuto su tutto il territorio nazionale, dove le spese raggiungono gli 8.469 milioni di euro.
Il disastro della sanità – Parlare del deficit sanitario nella Regione Lazio significa addentrarsi in un territorio minato, fatto di clientele e convenzioni fantasma con gli imprenditori della sanità privata, che nel tempo hanno dettato legge su tutto il territorio regionale. Primo dato: il 68 percento dell’intero debito sanitario nazionale è causato da due regioni: Campania e Lazio.
Si calcolano in circa 137 milioni di euro gli sprechi e le truffe che incombono sul sistema sanitario regionale, soprattutto su determinate tipologie di prestazioni (come la riabilitazione) e le convenzioni con alcune case di cura private. In pratica, negli ospedali mancano persino le barelle, ma abbondano le convenzioni con le strutture private.
A metà ottobre il Consiglio dei ministri ha nominato Enrico Bondi commissario ad acta per la sanità nella regione Lazio in sostituzione di Renata Polverini. Monti ha spiegato che nel decreto sui costi della politica negli enti territoriali appena entrato in vigore è stabilito che chi lascia la carica di presidente della Regione ed è anche commissario ad acta per la sanità, decade dall’incarico. E’ il caso del Lazio a seguito delle dimissioni di Renata Polverini.
Il nuovo Commissario ha annunciato la presentazione definitiva del piano per salvare la sanità nel Lazio per la fine dell’anno, lanciando un allarme: «I dati rivelano un deficit tendenziale per l’anno 2013 di circa 900 milioni di euro». Quindi, superiore al disavanzo di 780 milioni previsto dal tavolo tecnico per quest’anno.
Intanto non si fermano le proteste: oggi parte la mobilitazione di Cgil, Cisl e Uil contro i “tagli con l’accetta” e le “ingiustificate chiusure di ospedali”. Per i sindacati infatti “il commissario Bondi ci consegna una sanità malata. Le conseguenze delle sue scelte sono davanti agli occhi di tutti: una forte disoccupazione, una grave contrazione dei servizi, un aumento dei costi. Tutto ciò si tradurrà in un vero e proprio disastro per la salute delle persone e per il sistema economico e sociale”. La mobilitazione si concluderà giovedì 20 con una fiaccolata sotto il ministero dell’Economia, in via XX settembre.
Di tutto questo la prima conseguenza è il danno ai cittadini, ancor più grave e inammissibile in quanto, nel settore sanità, il disservizio si traduce quasi immancabilmente in danno alla salute.