La cattedrale nel deserto. Tiburtina
Quando pensiamo a una stazione ci corrono subito alla mente i binari, quelle due linee che viaggiano sempre affianco, non due linee parallele che non si incontrano mai, non quelle, perché i binari si incontrano e si incrociano molte volte, per far cambiare direzione ai treni. Ecco i treni. Il cuore meccanico dell’apparato di una stazione. I treni sono un po’ come il sangue, se non scorrono il corpo non esiste più, non serve a niente.
Questo è quello che accade alla nuova Stazione Tiburtina di Roma.
Fu inaugurata in pompa magna, con la presenza del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, tagliato il nastro. Applausi. Inaugurata.
Anche se il bando europeo per la gestione della stazione doveva ancora essere aperto, decretato mesi dopo il vincitore – Grandi Stazioni s.r.l. di proprietà delle Ferrovie dello Stato, gestisce anche Termini – il problema sembrava risolto, i lavori potevano essere ultimati a breve.
Invece attualmente regna ancora il vuoto sui binari e il silenzio dell’interno stazione, scendendo più nello specifico, fa male ma occorre ricordare per quale obiettivo fu costruita la nuova stazione, demolendo parte della vecchia, doveva essere un esempio europeo, una stazione in cui sarebbero dovuti passare i treni alta velocità di Trenitalia e Ntv – Italo – doveva quasi superare in prestigio e traffico ferroviario la Stazione Termini.
Oggi, passano treni ad Altavelocità si, ma la stazione serve principalmente agli Eurostar City regionali che mestamente attraversano e si fermano sui binari – utilizzati soltanto 15 dei 23 a disposizione – quasi a chiedere scusa.
Eppure di spazio ce n’è tanto, i parcheggi sotterranei sono ancora in parte chiusi per il completamento dei lavori, mi avvicino allora per chiedere ad uno degli operai, non è italiano e non sa quando sarà finito il tutto, sembra però felice, più tempo lavora nel sito e più viene pagato dal Comune, come dargli torto.
Chi ha l’ardire di salire le scale mobili si trova in un’ambiente nuovo di zecca e luccicante.
Una cattedrale nel deserto dove non esistono indicazioni per gli utenti che si perdono nel dedalo di tunnel che dalla metropolitana portano ai binari, c’è solo un piccolo bar, edicola e una libreria. Non esistono ristoranti, negozi. Il panorama è quello di decine di serrande abbassate, corridoi vuoti, nessun percorso tracciato.
Doveva essere inaugurata nella giornata del Natale di Roma, 21 Aprile, ora a Natale, quello di Dicembre, ci siamo arrivati davvero…