NonC'èBisognoDiEssereFemministe
25 Novembre, giornata mondiale dell’ONU contro la violenza sulle donne. E per un giorno almeno sembrava che tutti fossero d’accordo. I dati Istat parlano chiaro, in Italia nel 2011 sono state uccise 127 donne, considerando invece tutto il mondo, le agenzie internazionali parlano di una donna uccisa ogni 60 minuti.
Anche gli stupri non tendono a calare, anzi, il 5% delle donne ne è stata colpita almeno una volta, secondo un’altra ricerca, in Italia, un terzo delle donne tra i sedici e i settant’anni, è stata vittima di violenze da parte di un uomo, sia essa fisica o psicologica. Il Telefono Rosa aggiunge i suoi dati, secondo cui le violenze all’interno delle relazioni sentimentali sono in crescita sul totale, arrivando nel 2012 all’85%.
25 Novembre, manifestazioni e incontri proliferano, tutti proclamano che queste barbarie devono finire. Poi, dal giorno seguente, le violenze sulle donne potranno nuovamente cadere nel dimenticatoio comune dell’opinione collettiva. Ma c’è chi dice no, «Non c’è bisogno di essere femministe».
Ecco la dichiarazione di Carla Bruni, rilasciata alla rivista Vogue Paris, in un’intervista che uscirà sul numero speciale del 3 Dicembre. Tali dichiarazioni non sono piaciute assolutamente a “Osez le femminism“, associazione francese che dal 2009 si batte per la difesa della donna e par la parità dei sessi, ritenendole «indecenti».
«Le donne della mia generazione non hanno bisogno di essere femministe» prosegue la Bruni, mentre in Francia i dati parlano di 75mila donne stuprate all’anno, solamente all’interno della nazione. Queste parole hanno acceso in realtà molti animi che, su invito di “Osez le femminism”, con un tweet recante l’ hashtag #ChereCarlaBruni hanno espresso il loro dissenso all’ex modella e cantante. Molte personalità, famose e impegnate, insieme a donne, ma anche, e ciò è stato davvero bello, uomini, comuni in 140 caratteri hanno voluto dire la loro opinione. Una fiumana di mini-dichiarazioni, che ancora oggi continua a scorrere inarrestabile, tra l’ironico e l’offeso, tra il sarcastico e il deluso; rincuora, perché sono tanti che questa violenza non l’accettano e si fanno sentire, dicendolo, anche solo con un semplice tweet.
E oggi non è più il 25 Novembre.
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