Femminicidio no, Maschicidio si. Il sesso della violenza
Apro il sito de Il Corriere della Sera, e il suo La 27esima Ora, e ci trovo il solito articolo femminista – nell’accezione becera del termine, perché ho conosciuto e conosco anche femminismi di ben altra caratura, cfr. Femminismo a Sud – anti-maschio. Un delirio di poche righe in cui si arriva a dire che, quando ad uccidere sono le donne, “semplicemente restituiscono, elaborato e incattivito dalla sofferenza, quello che hanno ricevuto”.
Sì, insomma, chiunque commetta violenza, la colpa è comunque di quei maschiacci brut(t)i e cattivi!
Ci sarebbe senz’altro da smascellarsi dalle risa se cotanti assiomi non fossero riportati sul più importante quotidiano nazionale – naturalmente non solo – se il medesimo – i medesimi – non tornasse a impastarci questa trita una o più volte a settimana e soprattutto se non stessimo parlando di persone che uccidono altre persone.
Eravamo rimasti alla fenomenale uscita televisiva dello psicoterapeuta Morelli, che ci spiegava che le donne sono biologicamente inadatte a commettere violenza; la sua sfortuna è che il giorno dopo si avvicendarono tre episodi efferatissimi di violenza al femminile che nemmeno Il Corriere della Sera poté tacere e quindi il problema nemmeno si pone – ma d’altra parte è lo stesso che ebbe a promuovere nientemeno che a Dea una moglie adultera che lasciò soli marito e cinque figli il giorno di Natale per correre dal suo amante – che dovette peraltro aspettare per due giorni, perché lui trascorse invece Natale e Santo Stefano con sua moglie e i suoi figli – ed ecco il celebre blog venire a dirci che… sì, le donne possono anche uccidere, ma non è colpa loro.
La parte ulteriormente comica, se non si trattasse appunto di fatti di sangue, è che ancora una volta ci viene ricordato lo stesso giorno in cui una moglie si è armata di coltello di 21 cm ed ha accoltellato alla gola il proprio marito dormiente lesionandogli la giugulare: è stato operato ma, dacché pare che se la caverà, lei è stata arrestata per “lesioni” – sia pure gravissime – e non per tentato omicidio.
Aldilà della ben nota confusione mentale dell’ISTAT con le sue cifre ballerine, dissertando dell’argomento con il Prof. Marco Casonato dell’Università Bicocca di Milano, viene fuori in fretta che la storia della violenza al femminile è tutt’altro che nuova, ha conosciuto innumerevoli episodi di assoluta malvagità – di cui taluni addirittura “paradigmatici” , per stare alla sua stessa definizione – e non ha nulla da invidiare alla violenza al maschile, perché la violenza è violenza… non ha genere!
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Ma guardate che le donne sono ben consapevoli del discrimine positivo, si sa sono eterne bambine sotto certi aspetti, solo che il gioco è bello dove non tratta: legalità, medicina, scuole, ecco che allora si entra in un pericoloso sistema competitivo e provocatorio.
Le donne vanno amate ma anche controllate, chi voglia capire capisca.
Ma guardate che le donne sono ben consapevoli del discrimine positivo, si sa sono eterne bambine sotto certi aspetti, solo che il gioco è bello dove non tratta: legalità, medicina, scuole, ecco che allora si entra in un pericoloso sistema competitivo e provocatorio.
Le donne vanno amate ma anche controllate, chi voglia capire capisca.